Brick Art. Il teatro Celebrazioni di Bologna si tinge di pop (art) Al Teatro Celebrazioni fino al prossimo 8 dicembre 2020 va in scena Brick Art, una mostra in cui i famosi mattoncini Lego saranno protagonisti assoluti del palcoscenico. Oggetti straordinari, animali, cuori, piante e aerei di carta in procinto di spiccare il volo sono proposti con ironia, tenerezza e tanto colore. Una full immersion nel gioco e nella fantasia.

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Fly - Riccardo Zangelmi (opera)

BOLOGNA — Sono oltre 40 le opere del brick artist reggiano Riccardo Zangelmi esposte al Teatro Celebrazioni di Bologna. Disseminate lungo il foyer, i corridoi, la platea e il palco, saranno loro ad animare il teatro in questa parentesi forzata dettata dalla pandemia, colorandone gli spazi e ripopolandolo di pubblico. 

Oggetti di vita quotidiana, scarpe, borse ma anche piante, scoiattoli, unicorni, coccodrilli, anatre con tanto di valigia che sembrano in partenza per chissà dove e tanti altri curiosi soggetti attendono visitatori di tutte le età – e soprattutto tanti appassionati degli storici mattoncini Lego – al teatro Celebrazioni di Bologna. Dall’8 ottobre all’8 dicembre 2020.

Ironia, garbo, tenerezza, humour e un’abilità davvero sorprendente sono alcune tra le caratteristiche di queste creazioni davvero uniche, per la cui realizzazione non sono bastati tre milioni dei celebri mattoncini danesi. Una mostra che, in linea con la filosofia del noto teatro bolognese, si rivolge a un pubblico multiforme e trasversale, un inno alla spensieratezza di cui mai come ora sentiamo tutti un gran bisogno.

Riccardo Zangelmi, il loro prolifico autore, già fondatore di BrickVision, è l’unico italiano al mondo riconosciuto come artista da LEGO®Group. Per l’occasione siamo andati a incontrarlo per una breve intervista.

**** INTERVISTA A RICCARDO ZANGELMI ****

I Lego hanno infinite possibilità, sono degli evergreen in grado di appassionare diverse generazioni. Com’è nata la tua passione per questi mattoncini?

È nata da quando ero bambino, erano i miei giochi preferiti. I Lego mi hanno accompagnato per tutta la mia infanzia fino a quando ho compiuto 13 anni e dopo aver iniziato un  percorso di studi musicali purtroppo li ho abbandonati. Poi mi ci sono riavvicinato attorno ai 30 anni, andando a comperare un regalo per mio nipote. Nel negozio in cui mi trovavo c’erano dei Lego, così ne ho comperato una scatola per lui e per me. Quindi è grazie a mio nipote se ora faccio questo mestiere: ho ripreso ad acquistare scatole di Lego fino ad avere abbastanza pezzi per realizzare tutto quello che mi veniva in mente. Ho iniziato a postare in Internet i miei lavori, che successivamente sono stati notati da persone che lavorano per la Lego. Da lì si è poi creato un dialogo diretto fra me e loro che è sfociato in un rapporto professionale.

Come lavori e come scegli i tuoi soggetti? Parti da un’idea precisa, da un soggetto o da un nome? Penso a quelle stupende anatre con tanto di valigia e collana floreale che sembra stiano per partire.

Io parto dalla vita quotidiana, non faccio né progetti né disegni ma se ad esempio decido di realizzare un piccione, lo faccio. Poi mi dico: “facciamo una collana di fiori e facciamo che il piccione stia andando alle Hawaii con la valigia” e poi provo: monto, tolgo, cambio. Il mio approccio è quello.

Insomma hai un approccio artigianale.

Certo, completamente artigianale. Poi è chiaro che per grandi strutture che necessitano di telai in acciaio e sostegni anti-ribaltamento utilizzo un programma CAD che include il famoso mattoncino. Cioè non costruisco così l’opera definitiva ma utilizzo il computer prima per poi realizzarla.

Come vengono trasportate le installazioni, soprattutto le realizzazioni più grandi? Vengono smontate e ri-assemblate o cosa? Immagino siano state incollate.

Si sono tutte incollate. Le opere più grandi poi hanno tutte un basamento anti-ribaltamento con struttura interna in acciaio.

Quanto tempo impieghi per realizzare mediamente un lavoro?

Quattro settimane.

E l’opera alla quale sei più legato qual è? E per quale ragione?

Sicuramente è quella qui esposta in mostra dal titolo: “Fly”, una grande mano che lancia un’aeroplano di carta. Il senso che le do è quello che nella vita occorre aver coraggio, lanciarsi nelle cose o nelle nuove imprese.

Quello che hai fatto anche tu, vero?

Sì, io ho mollato tutto e anche se mi dicevano che ero un matto, ho deciso almeno di provare a cambiare la mia vita. Un altro lavoro a cui sono particolarmente legato è “Chiedilo alle stelle”. Nell’opera si vede un bambino che gioca con le stelle: il bambino sono io che da piccolo giocavo coi Lego, che qui diventano stelle: è la metafora di me stesso.

Senti, tu tra l’altro facevi il giardiniere. Una domanda a bruciapelo: la pianta che hai rappresentato sembra un’orchidea ma non capisco se sia una phalenopsis o una miltonia, sai dirmi di che si tratta?

Be,’ di una phalenopsis, come confonderle?

Allora è proprio vero che il primo amore non si scorda mai. D’altra parte anche il giardino è un’opera in costante movimento capace di metamorfosi infinite… anche se forse non proprio alla stregua dei Lego, giusto?

Esatto.

La mostra è prodotta da Next Exhibition e Brick Vision ed è organizzata dal Teatro Celebrazioni, sostenuto e patrocinato dal Comune di Bologna e patrocinato dalla Regione Emilia Romagna. INGRESSO OMAGGIO per bambini al di sotto dei 3 anni. Gran finale sul palcoscenico con installazioni giganti e un’area immersiva con video e zona ristoro.

INFO
Brick Art
Dall’8 ottobre all’8 dicembre 2020
Teatro Celebrazioni, via Saragozza 234, BOLOGNA

La mostra è  aperta nei giorni
– Giovedì, dalle ore 15.00 alle ore 20.00
– Venerdì, sabato e domenica, dalle ore 11.00 alle ore 20.00
Eccezionalmente  anche lunedì 7 e martedì 8 dicembre, dalle ore 11.00 alle ore 20.00

Ultimo ingresso consentito un’ora prima dell’orario di chiusura.

PREZZO BIGLIETTI – Intero: 12 euro / Ridotto generico: 10 euro / OMAGGIO per bambini al di sotto dei 3 anni.

 

 

 

 

 

 

 

 

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