Art City Bologna 2020 | L’installazione site-specific di Ann Veronica Janssens a Palazzo Re Enzo

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Ann Veronica Janssens, Installazione site-specific (ART CiTY BOLOGNA 2020)

BOLOGNA – Sarà visibile al pubblico dal 20 gennaio fino al 20 marzo l’installazione site-specific di Ann Veronica Janssens. Un inedito gioco di specchi che, amplificando la percezione degli spazi e distorcendone i contorni, ribalta le architetture della centralissima Cappella di Santa Maria dei Carcerati, in piazza del Nettuno, accorciando le distanze tra antico e moderno. 

Tre grandi specchi circolari, collocati a pavimento, creano un gioco di rimandi tra cielo e terra, alto e basso, “mettendo sotto-sopra” lo spazio della Cappella di Santa Maria dei Carcerati, all’interno di Palazzo Re Enzo: è questa la proposta artistica site-specific ideata da Ann Veronica Janssens per ART CITY Bologna 2020 e  promossa da Galleria Studio G7, in collaborazione con Galleria Alfonso Artiaco.

L’opera di Ann Veronica Janssens, artista inglese residente in Belgio, rientra all’interno di quelle ricerche estetiche emerse a partire dalla metà degli anni Sessanta nell’ambito del gruppo californiano “Light & Space”, con le sperimentazioni realizzate dai pionieri della light art, come James Turrell, Robert Irwin, DeWain Valentine, Larry Bell, Maria Nordman. Incentrate sulla psicologia della percezione, tali ricerche utilizzavano materiali semplici e industriali come vetro, polvere fluorescenti (glitter), luci al neon, gelatine luminose, vapori, e comportavano un’intensa relazione con l’architettura, in cui lo spazio era strutturato per creare un ambiente immersivo, al fine di avvolgere e destabilizzare lo spettatore.

A Bologna l’artista dà forma a uno scambio strategico di luci e riflessi che rendono oggettive e manifeste le molteplici direzioni che lo sguardo può percorrere, confondendo i dettagli e alterando i naturali percorsi visivi, in dialogo con l’architettura medievale dell’antica nicchia e con la pittura di David Tremlett che ne adorna il soffitto. Il gesto dell’artista è leggero e rispettoso dell’ambiente, eppure abile nel proporre una trasformazione radicale della sua fruizione. Un’azione semplice che racconta il tempo e il suo scorrere, tra percorsi possibili e scenari inaspettati.

Lo specchio, che l’artista dispone a pavimento, con discrezione, come un occhio estraneo, si affianca a quello umano e, inserendosi nel suo campo visivo, ne amplifica ricorsivamente la percezione.
Spiega la curatrice Chiara Bertola: “L’esperimento è lo stesso che l’artista aveva proposto nella Cappella Sansevero di Napoli nel 2014, e prima ancora a Venezia, durante la Biennale del 1999, quando nei dodici specchi poggiati a pavimento nella Scuola di San Rocco aveva fatto “vedere” come se fosse la prima volta gli affreschi di Tintoretto.
A Bologna l’alchimia è diversa, perché diverse sono le componenti chimiche della pittura e quelle concettuali dell’intervento. I tre specchi circolari mettono sottosopra l’opera pittorica di un artista minimalista: David Tremlett, che nel 2003 aveva interamente dipinto la cappella con l’obiettivo di espandere e coniugare il piccolo ambiente in un ideale paesaggio. Gli specchi riflettono e frantumano l’opera di Tremlett che già prendeva in considerazione l’idea di espandere quello stesso spazio indicandoci l’immaginarlo al di fuori, oltre le pareti.
Il rispecchiamento aiuta l’opera di Tremlett a valicare i muri, a dilatarsi. E lo fa introducendo un occhio nuovo, estraneo e innocente. Lo specchio non moltiplica l’opera come aveva fatto con l’affresco a San Severo e a San Rocco, bensì la dilata, la continua, la mette di nuovo in moto
attraverso una forza incredibilmente vitale”.

QUANDO: 20 gennaio – 20 marzo 2020
DOVE: Cappella di Santa Maria dei Carcerati, Palazzo Re Enzo | Piazza del Nettuno 1

→ INGRESSO GRATUITO

Orari di apertura: intervento visibile solo dall’esterno tutti i giorni h 10.00 – 1.00

INFO: www.artcity.bologna.it

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