The Triumph of Death. Il museo di Capodimonte espone la monumentale tela di Cecily Brown Il "Museo e Real Bosco di Capodimonte" espone The Triumph of Death, l'imponente tela realizzata da Cecily Brown nel 2019

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Cecily Brown - The Triumph of Death (2019)

CAPODIMONTE (NA) —  Sarà esposta al pubblico fino al 1 maggio 2022, presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte, l’opera The Triumph of Death  realizzata nel 2019 da Cecily Brown. La monumentale tela, dalle dimensioni di 535,94 cm x 535,94 cm, è una delle opere più grandi finora mai realizzate dall’artista, già nota per prediligere formati di grandi dimensioni sui quali lavorare.

L’opera trae ispirazione dal celebre affresco “Il Trionfo della Morte” che Cecily Brown, artista inglese naturalizzata americana, vide durante un suo viaggio in Sicilia. L’enigmatica opera ispiratrice, di autore ignoto, risale alla metà del 1400 ed è conservata presso la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis, a Palermo.

Inserita nel ciclo “L’Opera si racconta”, l’esposizione mira a stabilire un inedito dialogo tra capolavori appartenenti alla collezione permanente e opere contemporanee di provenienza esterna, secondo una logica di aperto confronto tra l’antico e il moderno.

Sia nella versione originale palermitana che in quella rielaborata dall’artista la Morte viene raffigurata in guisa di spettrale cavaliere apocalittico, posto su di un macilento cavallo bianco, come era tipico nell’iconografia tre-quattrocentesca. La Morte incede rapida, armata di frecce e di falce, con le quali fa strage delle sue vittime, incurante del loro status, censo o età. La Morte è insomma quella “livella”, per dirla come Totò, che a tutti riserva lo stesso trattamento.

Il tema della Danza Macabra, cui allude il Trionfo della Morte, è stato trattato sovente dal medioevo in poi, non solo nell’arte ma anche in poesia e in musica. Il forte senso di impotenza derivante dall’avvicendarsi di pestilenze, guerre, carestie e il timore del Giudizio Universale, che presto o tardi si sarebbe abbattuto sull’umanità, tutto contribuiva all’ineffabile memento mori, monito rivolto ai vivi affinché riflettessero sulla caducità dell’esistenza e si pentissero, in previsione dell’aldilà. Una curiosità: pare che anche Picasso, giunto a Palermo, avesse visto “Il Trionfo della Morte” e si dice che il cavallo scheletrico del suo celebre “Guernica” sia stato ispirato proprio da quello dell’affresco.

Cecily Brown - The Triumph of Death (2019)

Uno degli elementi più sorprendenti nella tela di Cecily Brown del 2019 è il simbolo della croce che divide formalmente il quadro in quattro pannelli, richiamando così l’affresco palermitano di 6 metri per 6,40, staccato dal cortile del palazzo Sclafani dopo i danni per i bombardamenti nel 1944, e diviso appunto in quattro pannelli per essere restaurato, prima del trasferimento a Palazzo Abatellis. Il taglio rese purtroppo fragili i margini che nel tempo si sono deteriorati. L’intuizione di Cecily Brown è stata quella di appropriarsi di quella “cicatrice” e inserirla nella sua opera caricandola di significati celebrativi ma anche di tematiche in linea con il nostro tempo quali la distruzione, il recupero e la ricostruzione.

L’opera di Cecily Brown brulica di immagini, figure e soprattutto colore. Nessuno spazio della tela viene lasciato libero. La scena è un sapiente amalgama di astrattismo e figurazione tenuti in perfetto equilibrio, due aspetti dell’opera di Cecily Brown che, da soli, ne siglano da sempre la cifra stilistica. E l’horror vacui, ossessivamente presente tanto nell’affresco quattrocentesco quanto nell’opera dell’artista inglese, al pari della Morte, sembra destinato a trionfare.

L’esposizione partenopea mette in mostra anche una serie di disegni eseguiti da Cecily Brown dopo che l’opera era stata compiuta. Sono lavori su carta che rivelano la curiosità e l’interesse dell’artista per un soggetto già realizzato ma sul quale, idealmente, ha continuato a lavorare andando ben oltre il tempo della creazione dell’opera stessa. I disegni ricordano, sia all’artista che allo spettatore, come esistano sempre e comunque ulteriori possibilità, lasciate aperte alla rielaborazione personale delle opere. Non importa quanto queste  siano iconiche o appartenenti alla grande tradizione figurativa, la creatività non ha limiti e ci sono sempre nuove strade da percorrere, basta solo cercarle.

Le opere di Cecily Brown si caratterizzano per la sua pennellata esuberante, carica di forza e di vitalità, una vera sarabanda di colore. È l’intensa energia della sua pittura che, vibrando di vita propria, cattura lo sguardo del fruitore in maniera quasi magnetica: “take no prisoners!”, pare il motto delle sue opere.

Curata da Sergio Risaliti e realizzata dal Museo e Real Bosco di Capodimonte e dall’associazione Amici di Capodimonte ets, la mostra di Cecily Brown, che comprende anche i diversi disegni ispirati all’opera realizzati dall’artista a posteriori, vede la collaborazione con la galleria londinese Thomas Dane Gallery.

«There was a time in the early 1990s in England where you basically felt like people at a party would turn away if you said you were a painter,”  (…) People would constantly say ‘Oh, why are you a painter?’, and you had to defend it all the time. There was this idea that if you were a painter it was because you had an unquestioning belief in painting’s power, rather than that it just happened to be a medium that you wanted to employ and that you felt you could still use to say something.»
Cecily Brown

The triumph of death

BIO

Cecily Brown
 (Londra, 1969) è considerata una delle maggiori pittrici contemporanee. Figlia della scrittrice Shena Mackay e del critico d’arte David Sylvester, si è formata alla londinese Slade School of Art. Dopo essersi trasferita a New York, nel Meatpacking District, ha saputo catalizzare l’attenzione della critica e del pubblico grazie ad una serie di dipinti che lei stessa definì “bunny gang rape” (stupro di gruppo del coniglietto). Fu verso la fine degli anni ’90 che opere di questo calibro vennero acquisite da importanti collezionisti e appaiono tuttora anche in prestigiose collezioni museali, prima tra tutte quella custodita all’interno del Guggenheim Museum di NYC. Fu grazie alla collaborazione con la Gagosian Gallery di New York che la fama di Cecily Brown si è estesa anche a livello internazionale. Di lei, la critica Roberta Smith ha detto che le sue opere sono un tentativo «di svecchiare il logoro vocabolario dell’Espressionismo astratto, con un’impronta femminile». Tra gli artisti che maggiormente hanno saputo influenzare Cecily Brown ricordiamo Willem de Kooning, Francis Bacon e  scendendo lungo la linea del tempo: Goya, Rubens e Poussin.

INFO

Cecily Brown, The triumph of Death
dal 10 febbraio al 1°maggio 2022
Napoli, Museo di Capodimonte

Orari: febbraio e marzo
dalle 7:00 alle 18:00
aprilemaggio 
dalle  7:00 alle 19:30
Biglietti: da 2€ a 12€

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