De Chirico e Savinio, una mitologia moderna. In mostra a Parma Apre dal 16 marzo al 19 giugno a Mamiano di Traversetolo l'esposizione dedicata a Giorgio e Andrea De Chirico. In mostra oltre 130 opere che dialogando tra loro metteranno in luce diversità e similitudini dei due fratelli

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Alberto Savinio, Tombeau d’un roi maure, 1929, olio su tela

PARMA — “De Chirico e Savinio. Una mitologia moderna”. Questo il titolo della mostra che aprirà dal 16 marzo al 19 giugno 2019 a Mamiano di Traversetolo, nell’elegante cornice della Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani Rocca.

I Dioscuri dell’arte: così vengono definiti i fratelli Giorgio e Andrea De Chirico, artisti e uomini tanto diversi quanto uniti e complementari, universalmente riconosciuti come i fondatori di una mitologia moderna. Le opere di Giorgio e la letteratura pre-pittorica di Alberto Savinio costituiscono un lavoro “indissociabile nello spirito”, citando le parole di André Breton, che portò all’elaborazione dell’estetica metafisica. Il mito, l’antico, la tradizione risultano reinterpretati per tentare di rispondere ai grandi enigmi dell’uomo contemporaneo, approdando così a una mitologia moderna.

Le oltre 130 opere scelte dai curatori, Alice Ensabella, dell’Università di Grenoble, e Stefano Roffi, direttore scientifico della Fondazione Magnani-Rocca, si propongono di ricostruire criticamente le fonti comuni dei due fratelli, per mettere in evidenza affinità, contrasti e interpretazioni di quell’universo fantastico che ci appare nelle loro traduzioni pittoriche, letterarie e teatrali.

Dipinti celebri, sorprendenti opere grafiche, costumi teatrali per l’opera lirica mostrano la comunanza dei temi affrontati da De Chirico e Savinio, il viaggio, il mistero del distacco, la struggente commozione del ritorno, gli interrogativi sulla condizione umana, il richiamo al mito, all’antico, ma, al tempo stesso, mostrano la distanza stilistica con la quale i due fratelli li affrontano. Più freddo e mentale Giorgio, che non rinuncerà mai a rivestire di enigmi i suoi paesaggi che richiamano ai miti dell’antichità, cavalli fra le rovine della civiltà greca, gladiatori in procinto di vivere o morire, autoritratti e ridondanti nature morte. Giocoso e ironico Alberto, capace di immettere nei profondi silenzi metafisici la sapiente leggerezza dell’ironia attraverso l’accostamento di forme umane e animali che si confondono e si decontestualizzano in atmosfere improbabili e ludiche.

Giorgio de Chirico, Cavalli in riva al mare
Giorgio de Chirico, Cavalli in riva al mare (Les deux chevaux), 1926

I fratelli De Chirico nascono in Grecia da una famiglia alto borghese e cosmopolita, all’interno della quale ricevono un’educazione solida ed internazionale, influenzata dal romanticismo e dal nichilismo tedeschi, dall’avanguardia parigina, dalla cultura classica mediterranea. A partire da questo particolarissimo imprinting filosofico, artistico e letterario elaboreranno uno dei percorsi più originali e più alti della cultura figurativa italiana del Novecento. Di loro scriveva Jean Cocteau “Sono l’uno la spiegazione dell’altro”. Il loro legame interiore è sopravvissuto ai molteplici allontanamenti e ricongiungimenti logistici, mostrandosi saldo nei principi condivisi. Entrambi fecero parte a Parigi de Les Italiens de Paris, gruppo di pittori rivoluzionari dalle idee talvolta opposte ma pronti comunque a riscrivere la storia dell’arte contemporanea italiana, guidati dal senso comune di un egocentrico patriottismo, un movimento considerato da molti critici alla pari di una vera e propria corrente artistica come potevano essere il Futurismo o il Surrealismo.

Entrambi pervengono alla metafisica. Insieme si applicano ad un nuovo classicismo. Entrambi scelgono il tema del mito per parlare del mistero e della solitudine presenti nella vita di ogni uomo. Nelle opere di De Chirico e Savinio, i personaggi mitologici sono il più delle volte isolati dalla vita degli esseri umani. Le figure mitologiche dei racconti di Savinio condividono con i manichini di De Chirico il ruolo del sapiente che, solo, fa da tramite tra la realtà nascosta e altamente simbolica e gli uomini. Gli esseri umani sono affascinati dalla figura mitologica, ma non riescono a spiegarla e a confrontarla con se stessi. Il mito può comunque rivivere nel presente grazie all’opere dell’artista, che attinge dalla tradizione, ma la rielabora in chiave personale e la attualizza perché parli il linguaggio dell’uomo moderno. I Dioscuri De Chirico e Savinio danno vita a una controrivoluzione che trasforma l’arte del ‘900, ponendosi come punto di riferimento sia per le più recenti tendenze che per il classicismo moderno.

I contributi in catalogo si concentrano sull’approccio dei fratelli alle loro fonti (Nicol Mocchi), oltre ai rispettivi percorsi nelle varie discipline artistiche in cui si sono confrontati: la pittura (Alice Ensabella), ovviamente, ma anche il libro d’artista e il teatro (Mauro Carrera). Essendo i motivi di ispirazione della costruzione della suddetta mitologia moderna al centro di questo progetto, due contributi in catalogo si focalizzano su aspetti più specifici dell’iconografia saviniana (Gerd Roos) e dechirichiana (Daniela Ferrari).

INFO

De Chirico e Savinio. Una mitologia moderna
Dal 16 marzo al 30 giugno 2019.  

Fondazione Magnani-Rocca
Via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).

ORARI: Aperto anche tutti i festivi.
Dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto anche lunedì di Pasqua, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno.
Lunedì chiuso (aperto Lunedì di Pasqua).
PREZZI: Ingresso € 12,00 valido anche per le raccolte permanenti – € 10,00 per gruppi di almeno venti persone – € 5,00 per le scuole.
Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148

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