Tutti pazzi per il MuSa. A Salò il “Museo della follia, da Goya a Bacon” di Vittorio Sgarbi Un'idea che si sposta e diviene museo. Una mostra che è anche percorso espositivo itinerante e che fino al 16 Novembre farà tappa a Salò, prima di raggiungere Napoli. Con le sue 200 le opere tra dipinti, sculture, fotografie, oggetti, lettere, documenti e installazioni multimediali

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SALÒ (BS) – Sarà ospitata fino al 16 novembre al MuSa, il Museo di Salò, l’esposizione itinerante curata da Vittorio Sgarbi “Museo della Follia. Da Goya a Bacon”, un viaggio a tappe nella follia, senza un percorso perché “l’unica via è lo smarrimento”.

“Entrate ma non cercate un percorso, l’unica via è lo smarrimento”. Con questo annuncio viene accolto chi si avvicini al museo per visitare quella che, puntualizza Sgarbi, “non è una mostra ma un’idea che si sposta e diventa museo”. Il viaggio è partito da Matera, per raggiungere Mantova e poi Catania. In ogni sede, l’esposizione cambia forma, integrandosi con il territorio.

Per Salò questa è un’occasione anche per aprirsi a collaborazioni internazionali con il Musée d’Orsay e il Musée de l’Orangerie, dai quali provengono alcune delle oltre 200 opere tra dipinti, fotografie, sculture, oggetti e istallazioni multimediali collocate nelle diverse sezioni.

Sul lungolago, il container “l’intonapensieri” propone nove installazioni interattive sul tema della follia attraverso testimonianze di personalità quali Antonio Ligabue, Franco Basaglia, Alda Merini, Nietzche, ma anche di chi nei manicomi trascorse un periodo da ricoverato. Infatti, per indagare la follia è stato scelto un doppio approccio, artistico e storico-scientifico. Così, accanto a opere di autori considerati folli come Antonio Ligabue o Silvestro Lega, di pittori che vissero in manicomio come Carlo Zinelli o Gino Sandri, di altri che ne ritrassero gli interni come Telemaco Signorini con “la Stanza delle agitate”, ci sono fotografie degli ospedali psichiatrici giudiziari e dei manicomi di Teramo e Palermo.

L’apertura del percorso è affidata a opere, in gran parte inedite, di grandi artisti quali Franciso Goya, Francis Bacon, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Antonio Ligabue, tutti accumunati da un turbamento della mente che ha reso la loro arte spesso allucinata e visionaria. In anteprima mondiale anche un olio dipinto da Adolf Hitler che Sgarbi commenta definendolo “Non il quadro di un dittatore, ma di un poverino, di un disperato” nel quale “non si vede la grandezza, ma la miseria”. Prosegue poi con le fotografie poetiche di Fabrizio Sclocchini, che ritrae i luoghi della follia ormai abbandonati.

Due video installazioni mostrano un’inchiesta del Senato della Repubblica sugli ospedali psichiatrici giudiziari. Si incontrano poi i lavori di chi in quei luoghi trascorse parte della sua vita, come Gino Sandri. Il percorso storico è duplice: da un lato un aspetto istituzionale con una video installazione sulla relazione tra manicomi e politica nel periodo fascista, quando l’internamento in questi luoghi era la via più facile e sicura per neutralizzare gli elementi ritenuti pericolosi per il regime; dall’altro lato la storia personale di tanti ricoverati, dei quali possiamo rivedere i volti nei ritratti recuperati dalle cartelle cliniche e ascoltare il loro dolore e richiesta di liberazione, rimasti per sempre fissati sulla carta delle tante lettere spedite ad amici e parenti.

Il curatore Vittorio Sgarbi lo definisce “un repertorio, senza proclami, senza manifesti, senza denunce. Uomini e donne come noi, sfortunati, umiliati, isolati. E ancora vivi nella incredula disperazione dei loro sguardi. Condannati senza colpa, incriminati senza reati per il solo destino di essere diversi, cioè individui. Nella storia dell’arte, anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata. Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno”

Chi fosse in cerca della follia e non potesse incontrarla a Salò, è invitato a raggiungerla a Napoli, nella Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, dove si sposterà da dicembre.

INFO
MuSa, Museo di Salò
Via Brunati, 9 – Salò (BS) 25087
Museo della Follia
Orari:
Marzo, Aprile e Maggio da Martedì a Domenica 10.00 – 19.00
Giugno, Luglio, Agosto e Settembre da Martedì a Domenica 10.00 – 20.00
Ottobre e Novembre da Martedì a Domenica 10.00 – 19.00
La biglietteria chiude un’ora prima (ultimo ingresso)
Ingresso
Biglietti da 7 eu a 14 eu
Informazioni e prenotazioni – 030/5785122 www.ticket24ore.it

 

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