Borgata del Trullo, il racconto a cielo aperto di una rinascita Dal recupero della poesia dialettale romana legata alla tradizione di Belli e Trilussa passando per Pasolini. Dalla valorizzazione delle facciate degli edifici attraverso progetti di street art e graffiti d'autore a progetti di innovazione musicale, passando per un docufilm e un festival che richiama pittori, performer e poeti da tutta Italia. Senza tradire le proprie origini. Tra (contro)cultura e innovazione, l'inedito progetto di riqualificazione urbana di una borgata romana

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ROMA – Una borgata all’estrema periferia di Roma rinasce a nuova vita grazie alle inedite sinergie promosse dai suoi abitanti. Tra street art, innovazione musicale, poesia dialettale romana e non ultimo un film. Una bella storia di riqualificazione urbana sfociata anche in un festival. Tutta da scoprire. E perché no, da visitare.

Borgata del Trullo, estrema periferia occidentale della capitale lungo il Tevere, verso Fiumicino e il mare. Un piccolo borgo di casupole costruite, in una valle lontana da Roma, dall’Istituto Fascista delle Case Popolari fra il 1939 e il 1940 per ospitare i coloni Italiani rimpatriati da Francia, Algeria, Egitto, Marocco e Tunisia a causa della guerra. Originariamente chiamato “Costanzo Ciano”, il borgo prende il suo nome attuale da un sepolcro romano del I secolo che sorge in prossimità del fiume e che ha la forma dei trulli pugliesi.

Grazie all’espansione edilizia degli anni ‘70 e ‘80, oggi la città si è gradualmente avvicinata al Trullo pur restandone fisicamente ancora separata da un tratto della “Riserva naturale della Valle dei Casali”, un’area naturale protetta istituita nel 1997 e lasciata ad uso agricolo o incolta, e dall’Autostrada Roma–Fiumicino (A91) che si sviluppa parallela al fiume verso la costa.

Il Trullo è confinante con la Magliana e ne ha condiviso le disavventure collegate all’immaginario criminale. È una borgata “atipica” sviluppatasi attorno ad un centro abitato a sé stante con dinamiche simili a quelle di un paese, ma che ha subìto negli anni la stessa sorte di varie periferie povere della città di Roma, trasformandosi man mano in quartiere multietnico. Storie di emarginazione sociale, di disoccupazione, di proletariato e sottoproletariato urbano, inquietudine, ne hanno scandito la storia, tanto da conferirle la fama di zona poco sicura, spesso finita sotto i riflettori dei media per fatti di cronaca nera.

Ma è anche un’area in cui nel corso degli anni ha fermentato una voglia di riscatto, di riqualificazione, di dignità che è passata per le scelte autogestite dei suoi abitanti, prima attraverso l’esperienza del centro sociale “Ricomincio dal Faro”, poi attraverso un insieme di movimenti culturali efficacemente raccontati nel recente documentario “Made in Trullo” di Bruno Pace.

L’autore ripercorre nel documentario una serie di fenomeni sorti nel quartiere, dalle esperienze del rap di “Suarez” e dei gruppi reggae come i “Red Stripes” (tutti ormai emersi a livello nazionale) fino alla fortunata esperienza de “I Poeti der Trullo”, vera e propria rinascita di una poesia dialettale legata alla tradizione romana di Belli e Trilussa e passata per lo sguardo disincantato di Pasolini.

“I Poeti der Trullo”, un caso letterario nato da sette autori rimasti volontariamente anonimi, capaci di suscitare un’eco di portata nazionale attorno ad una raccolta di poesie che ha sfornato decine di migliaia di copie auto-prodotte.
Ma il pretesto narrativo del regista ruota attorno al fenomeno spontaneo e completamente avulso da volontà istituzionali della decorazione delle facciate delle case popolari che sorgono attorno a via del Trullo.

È qui che ha inizio “Made in Trullo”: da una delle notti collettive che vedono la parte intraprendente del quartiere, i “Pittori Anonimi del Trullo”, colorare, decorare le facciate degli edifici in una iniziativa variopinta e creativa esplosa attorno ad enormi affreschi murari ad opera di una schiera di “graffitari” di zona, alcuni dei quali anche blasonati, come “Solo”, artefice di una “pop-art” incentrata sulla rilettura del mondo dei supereroi.

Un lavoro pittorico che ha scatenato un interesse spontaneo, a livello cittadino, intorno a questa periferia che oggi viene visitata per il valore espositivo delle sue opere murali.
L’esperienza ha raggiunto il suo apice quando il Trullo ha ospitato, nell’ottobre 2015, la terza edizione del Festival Internazionale di Poesia di Strada, un evento di street–art nato grazie alla sinergia fra pittori, performer e poeti provenienti da tutta Italia.

Ma il rinascimento del Trullo passa anche per le marce rumorose delle “Murghe” che, partendo dalle movenze degli schiavi incatenati, reinventano nuovi modelli di danza urbana e dall’attività trentennale del centro sociale “Ricomincio dal Faro”, punto di riferimento di zona e perno attorno al quale molti di questi eventi si sono svolti.

INFO
www.poetidertrullo.it
www.facebook.com/ipoetidertrullo/
www.facebook.com/madeintrullo/

SOTTO: Borgata del Trullo, Graffiti. Immagini tratte dal docufilm di Bruno Pace “Made in Trullo”. 

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