Invito all’Arena: la Turandot di Puccini a Verona nel fiabesco allestimento di Franco Zeffirelli Cinque opere, cinque appuntamenti: continua il nostro viaggio tra le opere della stagione estiva dell'Arena di Verona. Dopo la Carmen di Bizet vi presentiamo la Turandot di Puccini, addentrandoci in un oriente fiabesco e fuori dal tempo

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Puccini: la Turandot, Arena di Verona, 96 opera festival 2018 (allestimento di Franco Zeffirelli)

VERONA – Turandot. Ispirata al nome della protagonista di una antica novella persiana, torna a Verona la Turandot di Puccini, nelle sfarzose scenografie firmate dal maestro Franco Zeffirelli. Ultima rappresentazione giovedì 26 luglio h 21:00.

Sappiamo tutti quanto possano essere magiche e meravigliose, ma anche profondamente inquietanti e crudeli, le storie narrate nelle fiabe. Non fa eccezione la Turandot, opera lirica in tre atti e cinque quarti musicata da Giacomo Puccini, che si ispirò per la sua stesura all’omonima fiaba teatrale settecentesca di Carlo Gozzi, tratta a sua volta da una antica novella orientale.

L’opera – rappresentata sfarzosamente da Zeffirelli con una cura dei dettagli e un colpo d’occhio sulle scene di massa da colossal cinematografico – è ambientata in una Pechino fiabesca e fuori dal tempo e ruota attorno alla trasformazione di Turandot, la protagonista, da “Principessa di Morte” cinica e gelida in donna innamorata.

Turandot, bellissima e crudele figlia dell’Imperatore, si concederà in sposa solo a quel pretendente di sangue reale che saprà svelare tre difficili indovinelli da lei stessa proposti. Chi non riuscirà a risolverli, per contro, verrà decapitato.

Il re di Persia, ultimo pretendente ad aver fallito la prova, sta per essere giustiziato quando ll popolo, impietosito, invoca a gran voce la sua grazia. La principessa però, gelida e imperturbabile come sempre, ne decreta la morte.

Timur, anziano re dei Tartari in esilio e ormai cieco che si trova tra la folla assieme alla fedele schiava Liù, la maledice indignato. Assieme a lui c’è il figlio Calaf, in incognito e appena ritrovato, che lo assiste per preservarlo dai tumulti e si associa all’indignazione generale. Quando la principessa però fa una breve apparizione per confermare l’esecuzione, Calaf, incantato dalla sua bellezza, ne rimane folgorato e tra lo stupore generale decide di sottoporsi egli stesso alla prova per conquistarla. A nulla valgono i tentativi di dissuasione dell’anziano genitore, di Liù e dei tre ministri imperiali, Ping, Pang, Pong, che tentano di por fine a questo insensato e sanguinario rituale.

La prova inizia e contrariamente ad ogni aspettativa il giovane risolve uno dopo l’altro i tre enigmi: speranzasangueTurandot. La principessa, disperata, invoca il padre per sottrarsi alle nozze ma l’imperatore la richiama agli impegni presi. È Calaf a questo punto che le offre sorprendentemente una via d’uscita: se la principessa riuscirà a svelare la sua identità, indovinandone nome e origini, lui si consegnerà a lei pronto a morire.

Un editto scatena la caccia alla soluzione del nuovo enigma, esortando il popolo e la corte intera a dipanarlo con ogni mezzo. Ne fa le spese la fedele Liù che, sospettata di poterne svelare il segreto, si uccide per non tradirsi lasciando tutti sconvolti.

Calaf affronta la principessa e ne scaturisce un confronto appassionato, in cui Turandot cerca di respingerlo ma lui riesce a baciarla. Il bacio scioglie il cuore della principessa, che come risvegliandosi da un incantesimo capisce di aver sempre temuto e amato il giovane principe fin dall’inizio, e annuncia al popolo la soluzione dell’indovinello: Amore.

Presentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926, diretta da un commosso Arturo Toscanini che scelse di concludere l’opera proprio con la morte della fragile e dolcissima Liù, punto esatto in cui si era interrotto il lavoro dell’autore (Puccini si era spento 2 anni prima lasciando incompiute le parti finali), la Turandot viene attualmente rappresentata in versione integrale grazie al lavoro di recupero delle bozze di Puccini condotto da Franco Alfano, compositore a cui dobbiamo la conclusione con cui Turandot è ormai tradizionalmente eseguita.

Turandot è molto apprezzata a Verona fin dalla sua prima rappresentazione, tenutasi nel 1928, dopo la quale ha collezionato ad oggi ben 140 recite in 19 diverse stagioni, collocandosi al quarto posto tra le opere più rappresentate in Arena.

INFO

Arena di Verona: 96° Opera Festival 2018
22 giugno – 1 settembre 2018

Turandot
di Giacomo Puccini
Opera lirica in 3 atti e 5 quarti

Direttore d’Orchestra
Daniel Oren (30/6 – 18, 26/7)
Francesco Ivan Ciampa (5, 13/7)

Regia e Scene Franco Zeffirelli
Costumi Emi Wada
Movimenti coreografici Maria Grazia Garofoli
Lighting design Paolo Mazzon

Coro di Voci bianche A.d’A.MUS. diretto da Marco Tonini

Repliche stagione 2018: 30/6, 5,13,18,26/7
Ultima replica  giovedì 26 luglio 2018 ore 21:00

Biglietteria – Via Dietro Anfiteatro 6/B, 37121 Verona
tel. (+39) 045 59.65.17 – fax (+39) 045 801.3287
email biglietteria@arenadiverona.it
Call center (+39) 045 800.51.51 – www.arena.it – Punti di prevendita Geticket
Prezzi: da € 22,00 a 204,00

SOTTO: Alcune scene della Turandot nell’allestimento di Franco Zeffirelli. Copyright: Foto Ennevi, per gentile concessione della Fondazione Arena di Verona.

 

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