Rossini Ouverture. La danza contemporanea e la musica del maestro pesarese secondo lo Spellbound Contemporary Ballet | INTERVISTA Musica di Rossini e danza contemporanea. Sublime contrasto o azzardata impudenza? Ne parliamo con Mauro Astolfi, coreografo e ideatore dello spettacolo

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BOLOGNA – Arriva a Bologna “Rossini Ouverture”, lo spettacolo di danza contemporanea dello Spellbound Contemporary Ballet di Roma. Al Teatro Il Celerazioni giovedì 12 aprile 2018 ore 21:00 

Le  coreografie di Mauro Astolfi imbastiscono la danza sulle note di Rossini e nelle mani del coreografo la partitura del maestro pesarese diviene li filo conduttore con il quale dare vita a un’opera originale, dinamica e di grande effetto. Una rapida serie di tableaux vivants narrano, scena dopo scena, un racconto che è stato salutato con vivo interesse ovunque sia stato presentato. Il balletto mescola l’antico senza tempo della musica di Gioacchino Rossini (1792- 1868) — di cui quest’anno cade il cento cinquantesimo anniversario della morte — e la contemporaneità del gesto coreutico: rapido, stilizzato, dalla geometria pura e assoluta. E se il poeta tedesco Heinrich Heine definiva Rossini Helio von Italien (il sole italiano ndr), Mauro Astolfi ribadisce come “l’estrema contemporaneità di questo grandissimo artista” sia capace di “generare un’emozione così scintillante, così piena di grazia, di potenza e di divertimento che ogni fine d’opera era un‘altra opera che si creava”.
Rossini Ouverture rappresenta dunque un impegno notevole sia per chi ha “scritto” la danza, cioè il coreografo, ma anche per chi la danza la fa rivivere ridisegnando nello spazio della scena quei passi pensati e creati per uno spettacolo di siffatta natura. Ancora il coreografo aggiunge di “aver passato molto tempo pensando a come si sarebbe potuto tradurre in movimento la sua genialità compositiva”.

***INTERVISTA AL COREOGRAFO MAURO ASTOLFI***

Un autore sette-ottocentesco, sebbene fuori dagli schemi come Rossini, e la danza contemporanea insieme. Non sono un azzardo?

Azzardo… oramai… non c’è più e non ci può essere un azzardo: è proprio la bellezza della musica rossiniana che ha una modernità strutturale, ritmica, contiene talmente tante sfumature di colore e ha una partitura musicale ineguagliabile. Abbiamo lavorato con tutti i compositori più importanti da Mozart a Beethoven e tanti altri ma Rossini è un godimento puro. Lui ha questa struttura particolare e questa Ouverture Rossini  che abbiamo fatto  è come se avesse al suo interno tutta una microstoria, un percorso, una serie di viaggi.  A livello poi di abbinamento, con il movimento, è una cosa fantastica: (la musica ndr)  dà infinite possibilità di variare perché lui è così: non sai mai come si sviluppa.

Quindi tutto questo ti agevola nel tuo percorso creativo?

Sì. Sicuramente.

Abbiamo visto in Carmina Burana la presenza di un armadio che poi trasformato ritorna anche in Ouverture. È forse un elemento che ti è particolarmente caro o sei tu che gli attribuisci un significato particolare? 

Diciamo che questa è una parentesi: l’armadio di tutti gli armadi! (Ridiamo) Io sono estremamente attratto dall’umanizzazione delle cose e dal mondo che uno ha a casa o dall’amplificazione degli oggetti: la sedia, il divano… (elementi d’arredo ndr) utilizzati non perché si hanno lì o se si apre una porta poi la si richiude, ma perché rappresentano quasi delle dimensioni o “porte temporali, delle separazioni molto subliminali fra quello che si vede e quello che ci potrebbe essere dietro, quello che c’è dietro o sta venendo fuori e che prima o poi uscirà e il pubblico lo potrà vedere. Quindi questi sono degli espedienti, non scenografici soltanto, ma io incontro sempre l’oggetto che diventa diciamo un danzatore in più e che prende un po’ di vita. In questo caso è l’armadio (…) Rossini invece rappresenta tutto un altro mondo, lui aveva questo lato che conoscono tutti: una creatività incredibile, lui ha fatto in tredici anni ciò che gli altri hanno fatto in quaranta. Il fatto è che lui cominciava a intravedere questa morte, questa figura e questa sua paura gli faceva temere di perdere la salute e la sua creatività. Infatti lui si ammalò di questo cancro al colon perché mangiava l’inverosimile… quando non componeva mangiava.

Eh, be’ ci ha lasciato anche non poche ricette, ma questo è poi tipico dei creativi.

Sì, è difficile dire… ma quando hai questa componente o questo canale aperto forte e ne sei consapevole in genere può accadere.

Non conosco un’occupazione migliore del mangiare, cioè, del mangiare veramente. L’appetito è per lo stomaco quello che l’amore è per il cuore. Lo stomaco è il direttore che dirige la grande orchestra delle nostre passioni (G. Rossini)

Senti, riguardo al silenzio “assordante” che colpì Rossini nel suo processo creativo per oltre un decennio, mi pare di capire che tu ti schieri con coloro che parlano di depressione dell’artista. 

Io ho individuato come una figura umana, questa macchia nera che a lui serviva anche per esorcizzare in vita quello che lui presentiva, perché lo spettro di questo flusso creativo per lui era paralizzante. Già successe durante la prima malattia (…) ma  poi lui ha avuto anche il cancro al colon perché mangiava a dismisura, arrivando persino a dire che il sapore era determinante per la strutturazione musicale di un’idea e senza il sapore di un cibo lui non riusciva ad articolare le note: siamo a dei livelli paradossali! E quindi, tornando a questa figura  antropomorfa che lui vede, in qualche modo, Rossini cercherà di abituarcisi in vita per non averne paura poi.

Quest’opera che hai creato e che va oltre il pretesto dell’anniversario rossiniano, è un’opera che continuerai a portare in scena?

Il balletto sta girando il mondo. Lo porteremo in giro, è nato in previsione delle celebrazioni rossiniane ma poi lo presenteremo anche dopo il “pretesto” dell’anniversario. Io sono un ammiratore della musica di Rossini, speriamo tutti che il balletto abbia lunga vita e ce lo auguriamo. Se pensi che con Carmina Burana abbiamo fatto oltre trecento repliche e che io non amo la musica di Orff!

La sua era musica estrema. Il segno di una forza e di una energia superiore, e io ho volutamente cercato di creare una danza estrema, carica di energia, di vitalità, di incontri, di seduzioni, di suggestioni
(Mauro Astolfi parlando della musica di Rossini)

INFO
Rossini Ouverture
12 aprile 2018
Spellbound Contemporary Ballet

Teatro Il Celebrazioni – Via Saragozza, 234 Bologna – 051 4399123
prezzi da 22€ a 29 €

MASTERCLASS con SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET
giovedì 12 aprile 2018 dalle 14.30 alle 16.30
In occasione dello spettacolo della Spellbound Contemporary Ballet, la compagnia terrà una masterclass con gli aspiranti danzatori del territorio. Per maggiori informazioni è possibile cliccare qui o scrivere a eventi@teatrocelebrazioni.it  oppure chiamare il numero 051.6154808.

 

 

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