Liminal Garden, un album in bilico fra tradizione e modernità, suoni classici e tecnologia, paesaggi fatati e ricerca sonora | INTERVISTA Registrato nei primi mesi del 2018 presso TypeFoundry da Jason Powers (The Decemberists, Chromatics, Matthew Dear) e masterizzato da Rafael Anton Irisarri / Black Knoll Studio (Alva Noto, Ryuichi Sakamoto, Benoît Pioulard, Grouper, School of Seven Bells, Tycho), la grafica dell'album è di Bijan Berahimi, dello studio di design FISK di Portland

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LIMINAL GARDEN Dolphin Wives (AKA Sage Elaine Fischer)

LIMINAL GARDEN – Liminal Garden è il titolo del secondo album della giovane arpista/cantante tecnologica “Dolphin Midwives” (AKA Sage Elaine Fischer). Anticipato dal singolo Mirror, Liminal Garden è uscito a gennaio 2019 per Sounds et Al / Beacon Sound. 

Si chiama Sage Elaine Fischer e il suo progetto è “Dolphin Midwives”, per il quale ha appena realizzato il suo secondo album, “Liminal Garden”, nel quale l’arpa si rinnova fondendosi con nuovi e originali soundscapes digitali.

Sage per la verità impiega in modo originale non solo l’arpa ma anche la voce, mettendola in sinergia con la sua pedaliera di effetti digitali e generando un intreccio di ambienti a tratti irregolari, deformati dalle manipolazioni effettistiche.

Come si legge nel suo sito, la poliedrica artista di Portland – che ha realizzato installazioni, performances e sculture sonore in varie gallerie d’arte e mostre negli Stati Uniti – “esplora i temi dell’empatia, dei cicli naturali, della vulnerabilità, della trasformazione e della tecnologia attraverso esperimenti sociali, meditazione, psicoacustica e magia”.

Sono alcuni anni che l’arpa sta affiorando in modo sempre più significativo nel mondo della “popular music”, dove figure come quella di Mary Lattimore, che fa un largo impiego di loop e delay, stanno aprendo nuovi lessici a questo strumento.
Anche la voce femminile sta attraversando forti rivoluzioni, sulla scia dello straordinario lavoro di confronto creativo con l’elettronica di Holly Herndon, che rappresenta un grande passo avanti nella crescita del linguaggio della vocalità.

Sage si inserisce appieno all’interno di questo scenario in fermento con un album decisamente interessante, caratterizzato da un grande controllo espressivo e padronanza del materiale sonoro, dando vita a una serie di brani eterogenei in cui affronta il paradigma delle commistioni fra suono acustico ed elettronico con grande personalità.

*** INTERVISTA A Sage Elaine Fischer ***

Perché hai scelto “Dolphin Midwives” come pseudonimo? Cosa ti ha ispirato?

Ho sentito per la prima volta il termine “Dolphin Midwives” in un lontano libro new age intitolato “Il segreto antico del fiore della vita” (“The Ancient Secret of the Flower of Life”). Viene menzionato solo in un breve passaggio, che descrive la capacità dei bambini piccoli di respirare sott’acqua, e una pratica di parto che prevede una relazione simbiotica e gioiosa tra esseri umani e delfini.
I delfini, che sono esseri altamente empatici ed emotivamente complessi, sono attratti dalle donne incinte e amano i neonati. Si dice che i delfini scandaglino la donna con il loro sonar e le vibrazioni facilitino un parto rilassato. L’idea mi è sembrata intrigante, strana e meravigliosa.
Mi piace che evochi il woo-woo, l’arioso e fatato spirito new-age, e la grottesca, viscerale, molto reale e sanguinosa realtà della nascita, così come un innegabile potere femminile, simbiosi, empatia e antiche vibrazioni future. Il nome è sia attraente che allontanante.
Sento che si adatta al mio progetto, con l’arpa che rappresenta quei regni angelici, e l’elettronica e il rumore che comunicano aspetti più duri. Il mio progetto è anche profondamente radicato nella magia, nel divino femminile, nella sperimentazione e nella trasformazione, che si legano all’idea di nascita e della comunicazione inter-specie!

Connettere l’arpa ad una pedaliera per chitarristi è una scelta originale, come hai scelto i tuoi effetti?

Il mio primo pedale è stato il Digitech JamMan Stereo (un looper tra i più diffusi e potenti, n.d.r.) che uso ancora oggi. Originariamente l’ho preso per la composizione e il layering (la stratificazione dei loop, n.d.r.) con la chitarra, prima che io avessi un pick-up installato sulla mia arpa.
Ho iniziato a suonare con una band chiamata Waver Clamor Bellow (chitarra, viola, arpa) nel 2011. Loro utilizzavano i pedali e mi hanno aiutato a sistemare un pick-up nella mia arpa e il mio primo pedale di riverbero, io uso la Cattedrale di EHX, e un delay digitale.
Avevo un pedale di octaver per estendere la mia gamma e ottenere droni bassi profondi, perché tutti i nostri strumenti erano molto melodiosi.
Ero una specie di wild-card nel progetto, quindi creavo textures e mi stavo interessando a modi per aggiungere più brillantezza e più bassi. Ho provato molti pedali diversi, ma quelli che ho scelto, che attualmente uso e che ho usato durante la creazione di “Liminal Garden”, sono un tremolo, un pitch shift-delay, un harmonizer e altri due loopers! Tutti mi hanno detto di non prendere un terzo looper, di investire in un campionatore o qualcosa di più utile, ma il terzo looper mi ha davvero permesso di esplorare nuove entusiasmanti idee ritmiche.

Sage Elaine Fischer, aka Dolphin Wives

Gli effetti digitali permettono anche una manipolazione creativa della voce, in cosa consiste la tua sperimentazione?

Quando scrivo usando la voce, in realtà la mia voce attraversa la stessa sequenza di pedali dell’arpa.
A volte improvviso alla ricerca di nuove textures o nuovi modi per aggiungere profondità e trovare nuovi spazi nella banda di frequenza. Quando “effetto” la mia voce, considero spesso l’intenzione del pezzo: è una sensazione di riverenza, un incantesimo per aiutare le cose a crescere, un sentirsi intrappolati e in cerca di libertà, rilascio emotivo, o un esperimento estetico? Cerco di filtrare i suoni per migliorare l’intenzione, e integrare letteralmente il suono elettronico con il suono organico, in modo da “suonare” come uno strumento la modellazione del suono, e non solo come uno “schiaffeggiamento” sull’effetto, o un loop su cui sto cantando sopra.
Se mi sento riverente, posso usare un suono di riverbero cavernoso per evocare una cattedrale o una presenza angelica, o stratificare molte armonie vocali per evocare un coro di chiesa. Se voglio aiutare le cose a crescere, posso considerare la molteplicità, una crescita di volume o un aumento del tono, in modo da mostrare energicamente quella crescita. Se mi sento intrappolata posso creare un loop che sembra una trappola. È diverso per ogni pezzo, e cerco di creare un nuovo paesaggio sonoro per ogni pezzo per esplorare davvero l’energia del suono, e gli incantesimi che sto lanciando.

Sage Elaine Fischer, aka Dolphin Wives

Mi sembra di cogliere la volontà di realizzare loop e cicli di arpeggi irregolari, in qualche modo deformati e poliritmici, evitando gli approcci minimalisti troppo ciclici, cosa ci racconti sulla tua costruzione delle strutture dei brani?

Sono stanca di canzoni lineari e musica in 4/4 e ultimamente la sperimentazione ritmica è stata il mio obiettivo principale. La musica occidentale è troppo omogenea, e mi sembra energeticamente stagnante. Credo che sia perché usiamo prevalentemente sistemi lineari. Mi interessano molto il tempo e l’immortalità, creando spazi all’interno degli spazi e più tempo nel tempo. Mi ispiro ai ritmi ciclici del drumming raga e africano e alle strutture poliritmiche che sento così vive e vibranti. Sono anche entusiasta di Steve Reich e delle phasing structures (“strutture di fasi”), e ho esplorato nuovi tipi di strutture ritmiche che coinvolgono cicli, fasi e poliritmi, e combinazioni di quegli elementi.
Penso ad un ecosistema vibrante, come una giungla, che ha tanti organismi diversi, che vibrano nei propri cicli, ma dove tutte quelle vibrazioni insieme si sommano a un ritmo più grande e complesso che cambia sempre. Penso che potrei esplorare questo per un lungo periodo di tempo e non annoiarmi mai! Mi interessa anche l’intersezione di ritmo e intonazione: se hai un beat abbastanza veloce, la frequenza del ritmo e la frequenza del pitch si combinano! Sto lavorando ad un album che esplora queste idee, ne sono molto entusiasta.

Ti occupi anche di installazioni e opere sonore di vario genere, a cosa stai lavorando in proposito?

In questo momento sto insegnando in una serie di workshop sulla magia e la composizione, che spero di trasformare presto in un libro. Sto anche lavorando alla colonna sonora live di un horror, un film intitolato ‘Offerings’, di Torin Langen, per l’Unknown Film Festival in programma alla fine di questa settimana. Sono nelle prime fasi di composizione di un pezzo per 5-8 arpe per uno spettacolo di beneficenza organizzato per sostenere la foresta amazzonica e le popolazioni indigene. Ho in corso anche un progetto di musica dance elettronica che sto sviluppando con l’amico e collaboratore Crystal Quartez. E sto finendo le demo questo mese per il mio prossimo album, si spera per la pubblicazione tra l’estate / autunno 2020. Quando lo elenco in questo modo tutto suona molto travolgente! Ed emozionante! In realtà sono solo al primo giorno della mia serie di workshop oggi, quindi sarà meglio che vada a prepararlo, ora. 

INFO

LIMINAL GARDEN
Dolphin Wives (AKA Sage Elaine Fischer)
℗ 2018 Sounds et al & Beacon Sound
Album release date: 18 jan 2019
Disponibile in vinile e download digitale

dolphinmidwives.us
soundsetal.com
wearebeaconsound.com

 

 

 

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