Ravenna. Galla Placidia e il mausoleo vuoto. Figlia, nipote, sorella, zia di imperatori, regina dei visigoti, sposa di un imperatore, Augusta dell'impero e madre di un imperatore. Galla Placidia è stata una delle donne più potenti della storia eppure la sua figura sembra quasi dimenticata. Il suo nome si lega oggi principalmente al celebre monumento costruito per divenire la sua ultima dimora terrena

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RAVENNA – Si dice che Cole Porter durante il viaggio di nozze sia passato da Ravenna e pare che sia stato proprio lo splendore bizantino blu e oro della volta celeste del mausoleo di Galla Placidia ad ispirargli la celebre “Night and day”, una delle canzoni più note del prolifico compositore americano.

Eretto fra il 425 e il 450, il mausoleo a croce latina è uno dei monumenti più suggestivi dell’epoca e al tempo stesso una dei simboli forti di Ravenna. Patrimonio dell’umanità e protetto dall’Unesco, il monumento – e alcuni suoi mosaici specialmente – sono stati spesso presi a modello dall’iconografia cattolico-romana.
Galla Placidia (386 – 450 d.C.) lo aveva fatto erigere per sé quel mausoleo, che ha attraversato incolume i secoli incurante del tempo, come voto a San Giovanni Evangelista. Al santo la nobildonna si era rivolta chiedendo protezione durante una furiosa tempesta in mare, mentre era di ritorno dalla natia Costantinopoli. Quel mausoleo però sarebbe rimasto per sempre vuoto.

Aelia Galla Placidia, nata a Costantinopoli presumibilmente fra il 388 e il 392, era figlia dell’imperatore Teodosio I (378-395) e acquisì il titolo di Augusta nel 421, quando Costanzo III, suo secondo marito (il primo era stato Ataulfo, re dei visigoti) salì al trono come co-imperatore di Onorio, imperatore romano d’oriente. Donna di grande temperamento, autentica protagonista del suo tempo, intelligente, colta e raffinata, Galla era una fervente cristiana (forse anche al limite del fanatismo) e spesso si era intromessa con forza in questioni religiose. Malgrado i nobilissimi natali, Galla Placidia non ebbe lo stesso un’esistenza priva di asperità: fu costretta, suo malgrado, all’umiliazione di matrimoni di interesse, subì la perdita del figlio Teodosio, morto prematuramente, fu presa in ostaggio da Alarico durante il saccheggio di Roma nel 410, conobbe la prigionia, rimase vedova più volte, insomma ebbe una vita intensa ma, nonostante gli onori, piuttosto travagliata.
Per certo non fece più ritorno a Ravenna. Morirà a Roma il 27 novembre del 450 e là verrà sepolta.

Non sono certe le notizie circa il luogo del seppellimento. Alcune fonti indicano la cappella di Santa Petronilla, nell’antica basilica di San Pietro, dove verso la fine del Quattrocento, in un maestoso sarcofago di marmo, si dice furono rinvenute due bare di diverse dimensioni contenenti il corpo di un adulto e quello di un bambino – entrambi rivestiti in tessuti d’oro. Fra gli studiosi c’è chi ipotizza si tratti dei resti di Galla Placidia e del figlioletto Teodosio, morto in Francia quando Galla era regina dei visigoti e riportato a Roma per essere riseppellito con grandi onori nel 450.
Secondo altri (le fonti però scarseggiano!) Galla si era invece fatta imbalsamare, il corpo era stato quindi riportato a Ravenna, posto nel mausoleo destinato a contenerne i resti e collocato in un sarcofago visibile da una piccola feritoia. Si dice che, per meglio vedere la salma dell’augusta sovrana, un visitatore maldestro abbia avvicinato troppo la candela e involontariamente appiccato fuoco.

La struttura sobria e disadorna all’esterno del mausoleo non lascia certo presagire l’opulenza custodita negli interni, resi ancora più spettacolari dalla luce tenue che penetra attraverso le finestre in alabastro e rende così l’atmosfera unica, suggestiva, quasi irreale. Esiste una ragione per la quale il dentro e il fuori del mausoleo stridono in modo così evidente: l’esterno rappresenterebbe il corpo terreno mentre l’interno celebrerebbe la bellezza immortale dello spirito. Una simbologia che abbandona l’astrattezza per farsi concreta, e vede così il passaggio dalla morte alla vita eterna anche attraverso gli archetipi iconici, primi su tutti la croce raffigurante la vittoria  di Cristo sulla morte, i quattro animali simboli degli evangelisti, gli apostoli Pietro e Paolo e poi forse l’immagine più celebre dello stesso mausoleo: la coppia di colombe bianche sulla fontana zampillante d’acqua a ricordarci sia la vita che il fonte battesimale, e quindi anche la rinascita.

Lo spirito viene quindi esaltato nel mausoleo nella maniera più sublime: gli azzurri e il blu della volta celeste, le stelle d’oro (se ne contano 570), e non ultimi i fiori e i frutti sono tutti simboli di un’abbondanza senza fine  che rimanda chiaramente alla vita eterna.

INFO
Mausoleo di Galla Placidia
Via Argentario, 22 RAVENNA
+39 0544 541688
E-mail: info@ravennamosaici.it
Dal 3 marzo al 4 novembre: dalle 9.00 alle 19.00
Chiuso il 25 dicembre

Accesso consentito fino a 15 minuti prima dell’orario di chiusura
Intero: 9.50€ | Ridotto: 8.50€

Il biglietto è cumulativo e comprende: la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, il Battistero Neoniano, la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia*, il Museo e la Cappella Arcivescovile. Il biglietto è valido per 7 giorni consecutivi dalla data di emissione e dà diritto a un solo ingresso per monumento
*Per visitare il Mausoleo di Galla Placidia, dal 1 Marzo al 15 giugno supplemento di 2€ e prenotazione obbligatoria per gruppi.

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