Le architetture funanboliche di Haegue Yang alla Triennale di Milano. Un’esperienza multi-sensoriale e totalizzante Uno specchio che abdica alla sua tradizionale funzione di riflettere immagini, superfici bidimensionali che giocano provocatoriamente con la tridimensionalità, oggetti comuni che invadono lo spazio e si trasformano in architetture urbane. Le opere di Haegue Yang a Milano fino al 4 novembre, nella prima mostra personale dell'artista coreana in Italia

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Haegue Yang: Tightrope Walking and Its Wordless Shadow - Dress Vehicles

MILANO – Inaugurata il 7 settembre, rimane aperta al pubblico fino al 4 novembre presso la Triennale di Milano la prima personale di Haegue Yang in un’istituzione italiana. Tre le aree interamente dedicate all’arte fluida e destabilizzante dell’artista coreana, in un’esperienza che coinvolge, e sconvolge, i sensi.

“Tightrope walking and its wordless shadow”. Questo il nome della mostra di Haegue Yang, visitabile dal 7 settembre al 4 novembre presso gli spazi della Triennale di  Milano. In collaborazione con la Fondazione Furla, e curata da Bruna Roccasalva, l’esposizione consacra nuovamente la Triennale di Milano come polo artistico all’avanguardia, capace di riconoscere le innovazioni del settore, aprendosi a livello internazionale, e portando per la prima volta in Italia una serie di opere dell’artista coreana. L’esposizione, che si sviluppa in tre sale, pone il visitatore a confronto con l’ampia gamma di mezzi espressivi che contraddistinguono l’artista: in generale si assiste al dispiegarsi di una grande varietà di oggetti estremamente diversi tra loro, capaci di stimolare i sensi, inglobando lo spettatore in un’esperienza sensoriale totale, fatta di odori, suoni e illusioni ottiche.

La prima opera in cui ci si imbatte varcando la prima stanza è 134.9 m³”. L’osservatore si convince di star osservando una serie di linee rette con andamento diagonale disegnate a gesso rosso sulla parete; avvicinandosi può però rendersi conto che ciò che osserva non è relegato solo sul piano della parete: vi è di fatto una barriera quasi invisibile, costituita da fili di cotone rosso tesi tra due pareti, che seguono l’andamento delle linee tracciate sul muro, creando così un effetto a tratti perturbante, che confonde il senso dello spazio percepito, ora alternando bidimensionale e tridimensionale, ora sovrapponendoli.

Nella stessa stanza troviamo “Specchio ovale”, facente parte di una serie di lavori che indagano come lo specchio possa venir meno alla sua funzione di riflettere l’immagine. Lo specchio dell’opera rivolge la parte riflettente verso la parete, come atto di ribellione nei confronti di un ruolo prestabilito e convenzionale.

Proseguendo nella seconda stanza si entra in “Cittadella”, installazione artistica che occupa per intero tutto lo spazio della sala. Attraverso l’utilizzo di materiale comune come le tende alla veneziana, l’artista compone una vera e propria architettura urbana, che invita il visitatore ad addentrarsi nelle sue “strade”. Lo spazio è invaso da umidificatori, ventilatori, diffusori di profumo e radiatori a infrarossi, che stimolano continuamente diversi sensi e sensazioni, rimandando, inseriti nell’architettura generale, ad una realtà lontana. Al centro dell’installazione si può osservare un video che mostra luoghi distanti tra loro, mentre una voce fuori campo racconta le vite dei suoi abitanti.

Nella terza ed ultima stanza l’artista utilizza diversi tipi di carte per creare opere che somigliano a murales. Materiali come carta da origami, carta olografica, carta millimetrata e carta vetrata, si espandono sulle superfici delle pareti, modificando la percezione di bidimensionalità dei muri, che a seconda della distanza da cui li si osserva possono suggerire forme concave o convesse. Al centro della sala, realizzate appositamente per la mostra, due imponenti sculture danzanti, composte da una struttura in alluminio verniciato e decorate con tende alla veneziana, numerosi sonagli e anelli in metallo.

La mostra, seppur composta da poche opere, racchiude in maniera chiara e iconica il senso dell’operato artistico di Haegue Yang, coinvolgendo il visitatore in un’esperienza totalizzante  dal punto di vista sensoriale, e segnando l’ingresso dell’artista coreana nel panorama artistico italiano.

INFO

Tightrope Walking and its Wordless Shadow
7 settembre / 4 novembre 2018
La Triennale di Milano
Viale Alemagna,6 – 20121 Milano

www.triennale.org

A cura di Bruna Roccasalva. Promossa da Fondazione Furla e La Triennale di Milano

 

Haegue Yang, TIGHTROPE WALKING AND ITS WORDLESS SHADOW - Triennale Milano / FURLA SERIES #02

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