“Il club degli incorreggibili ottimisti” di Jean-Michel Guenassia

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Il club degli incorreggibili ottimisti di Jean-Michel Guenassia

Ci sono quartieri malfamati che ti riportano nel tuo passato e dove è preferibile non attardarsi. Credi di dimenticarlo perché non ci pensi, ma quello non chiede altro che di tornare. Evitavo Montparnasse. Lì c’erano fantasmi di cui non sapevo che fare. Ne vedevo uno davanti a me nel controviale del boulevard Raspail. Ho riconosciuto il suo soprabito inconfondibile dalle spalline chiare, tipo Humphreuy Bogart anni Cinquanta. Ci sono uomini che si giudicano dal modo di camminare. Pavel Cibulka, l’ortodosso, il partigiano, il campione del triplo salto mortale ideologico e delle fandonie madornali, passo nobile e altero, procedeva lemme lemme. L’ho superato. Era ingrassato e non riusciva più a chiudere il soprabito. I capelli bianchi scarmigliati gli davano un’aria da artista.
– Pavel.
Si è fermato, mi ha squadrato. Ha cercato nella memoria dove aveva visto quel volto. Dovevo ricordargli vagamente qualcuno. Ha scosso la testa. Non gli dicevo niente.
– Sono io… Michael. Ti ricordi?

Michel adora leggere e legge ovunque, anche mentre cammina per strada, tanto che cataloga i libri in base a quanto ritardo accumula lungo il cammino. Un giorno capita in un bistrò, il Balto, dove in una stanza sul retro un manipolo di sconosciuti si ritrovano per bere, giocare a scacchi, raccontarsi barzellette su Stalin e altre storie. Sullo sfondo la scoperta del rock, la conquista dello spazio, la guerra fredda, Elvis e i vinili, quelli preziosi da collezionare e da ascoltare ad un volume spropositato, che sennò non ha proprio senso metterli sul giradischi. Pluripremiato in Francia, quattordicesima ristampa, oltre 300.000 copie vendute.

Il club degli incorreggibili ottimistiJean-Michel Guenassia
Il club degli incorreggibili ottimisti
Salani (14 ottobre 2010)
701 pagine
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