“Vivevano ad un isolato di distanza in Cedar Street, nella parte più vecchia della città, olmi e bagolari e un solo acero cresciuti sul ciglio della strada e parti verdi che si stendevano dal marciapiede fino alle case a due piani. Era stata una giornata tiepida, ma di sera aveva rinfrescato. Dopo aver camminato sotto gli alberi, la donna svoltò all’altezza della casa di Louis.”
Nella cittadina di Holt, Colorado, un giorno Addie Moore rende una visita inaspettata al vicino di casa, Louis Waters. I due sono entrambi in là con gli anni, vedovi, e le loro giornate si sono svuotate di incombenze e occasioni. I figli sono grandi, la casa vuota e le giornate pure. La proposta di Addie è scandalosa e diretta: vuoi passare le notti da me? Inizia così il viaggio di due anime che decidono di attraversare insieme il buio della notte, tenendosi per mano, alla ricerca di uno spiraglio di luce. Raccontato nel linguaggio piano, etereo, sottile e rarefatto di una delle voci più interessanti della letteratura americana contemporanea.
Sullo sfondo, come in tutti i romanzi di Haruf, la comunità di Holt, Colorado, quella stessa che incornicia silente e guardinga ogni suo racconto, tentando di espellere da sè tutto ciò che non comprende. Da Canto della pianura a Benedizione, da Crepuscolo a Vincoli.
Un luogo in cui chi è già stato non vedrà l’ora di tornare. E che chi ancora non conosce dovrebbe visitare.
Kent Haruf
Le nostre anime di notte
NN Editore (13 febbraio 2017)
Varia
134 pagine
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