Invito all’Arena: il Nabucco di Verdi nel “rivoluzionario” allestimento di Arnaud Bernard. Una Babilonia contemporanea Cinque opere, cinque appuntamenti: continua il nostro viaggio tra le opere della stagione estiva dell'Arena di Verona. Dopo la Carmen di Bizet, la Turandot di Puccini e l'Aida di Giuseppe Verdi, la storia italiana invade il palco dell'Arena con l'opera simbolo del Risorgimento, nell'allestimento spettacolare di Arnaud Bernard. In bilico fra le Cinque giornate di Milano e il film "Senso" di Luchino Visconti

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Nabucco, Arena di Verona, 2018 (Allestimento di Arnaud Bernard) - Foto Copyright: EnneVi

VERONA – Soffiano venti rivoluzionari nell’Arena. Dal 7 luglio al 18 agosto va in scena una delle opere simbolo del Risorgimento italiano, il Nabucco. L’allestimento di Arnaud Bernard ci trascinerà nel bel mezzo mezzo dei tumulti risorgimentali, e ci farà rivivere un pezzo importantissimo della nostra storia.

L’Arena di Verona non si smentisce, e porta in scena un’altra pietra miliare dell’operistica internazionale: il Nabucco di Giuseppe Verdi, andato in scena per la prima volta a Milano nel 1842 e dal significato molto particolare. L’anno della prima, infatti, cade tra due date simbolo del Risorgimento: i moti del 1830 e del 1848. Il popolo italiano era in subbuglio, e nelle grandi città (specialmente Milano, controllata dagli austriaci) erano frequenti le espressioni di malcontento popolare.

La regia dell’Arena ci catapulta esattamente in questo periodo: ispirandosi alle storiche Cinque giornate di Milano e al film Senso di Luchino Visconti, Arnaud Bernard racconta le battaglie e le aspirazioni collettive e individuali che hanno fatto di Nabucco e delle sue melodie il primo grande successo di Verdi e uno dei capisaldi del repertorio mondiale. Il regista francese cura anche i costumi, mentre le scene, che ricreano l’esterno e l’interno del Teatro alla Scala, sono di Alessandro Camera, illuminate dal lighting design di Paolo Mazzon. Per rendere l’atmosfera sul palco ancora più autentica, numerosi figuranti rappresentano sul palcoscenico i tumulti risorgimentali, con spari, colpi di cannone e cori inneggianti “Viva Verdi!”, l’esclamazione popolare che tutti ben conosciamo.

L’OPERA DI VERDI: BABILONIA TRA GUERRE, ASSEDI, INTRIGHI E RIVALITÀ

Nabucco, Arena di Verona, 2018 (Allestimento di Arnaud Bernard) - Foto Copyright: EnneVi

Ma di cosa tratta, precisamente, il Nabucco? Certo non dei movimenti risorgimentali. La vicenda infatti è incentrata sulle figure drammatiche dei Sovrani di Babilonia Nabucodonosor II (Nabucco) e della sua presunta figlia Abigaille. Il dramma si apre con i lamenti dei leviti e del popolo di Gerusalemme, assediati dal re di Babilonia Nabucodonosor. Il gran pontefice Zaccaria, tentando di incoraggiare la sua gente, presenta loro un ostaggio prezioso: Fenena, una delle figlie di Nabucodonosor, che viene affidata a Ismaele, nipote del re di Gerusalemme. Il giovane però quasi manda tutto all’aria: Fenena lo liberò quando egli stesso era prigioniero, e lui desidera liberarla a sua volta e fuggire con lei. Mentre stanno preparando la fuga giunge un drappello di babilonesi travestiti da ebrei, capeggiati dalla seconda figlia di Nabucodonosor, Abigaille, che minaccia la sorella di rivelare a tutti il suo piano. Entrambe le ragazze sono innamorate di Ismaele; per questo motivo, Abigaille fa promettere al giovane che rinuncerà all’amore per la sorella. L’esercito babilonese irrompe nella città; Zaccaria minaccia di uccidere Fenena, ma questa gli viene sottratta da Ismaele, che la riconsegna al padre, il quale, “molto generosamente”, prende prigionieri tutti gli ebrei e dà fuoco alla città.

Abigaille, nel frattempo, ha scoperto un segreto terribile su di lei: non è la figlia di Nabucodonosor, ma è solo una schiava. Il mondo, com’è prevedibile, le crolla addosso. Per di più Fenena, nominata reggente dal padre, ha liberato gli ebrei; Abigaille accetta l’invito del Sacerdote di Belo di impossessarsi della corona. Fenena, nel frattempo, ha deciso di convertirsi all’ebraismo; per questa sua scelta, Ismaele viene difeso dalla sorella Anna, perché ha salvato un’ebrea e non una straniera. Improvvisamente Abigaille irrompe in scena e pretende la corona; Nabucco, creduto morto in battaglia, giunge anche lui a reclamarla. Non solo: esige di essere adorato come unico Dio. Il Signore lo punisce fulminandolo e rendendolo folle; la corona, caduta dalla sua testa, viene afferrata da Abigaille, che si proclama regina.

Abigaille non si comporta esattamente come una regina modello: prima finge ipocritamente indecisione sulla questione della sentenza di condanna a morte degli ebrei, poi tratta in maniera ironica e arrogante il re spodestato, intimandogli di apporre il sigillo sulla condanna a morte. Sulla pergamena c’è però anche il nome di Fenena. Abigaille rivendica altezzosamente di essere sua figlia; quando il re la sconfessa, lei tira fuori la pergamena che attesta la sua origine e la fa a pezzi, in modo da nascondere la verità. Il re viene arrestato; confuso e impotente, chiede inutilmente alla nuova regina almeno la grazia per la figlia. Sulle sponde dell’Eufrate gli ebrei intonano il celeberrimo Va’ pensiero sull’ali dorate, in ricordo della patria perduta per sempre. Zaccaria profetizza una dura punizione per il loro nemico.

Nabucco si sveglia da un incubo e sente alcune voci che gridano il nome di sua figlia: accorso fuori, la vede in catene. Nel tentativo di salvarla si rende conto di essere in prigione, e cade in ginocchio implorando il perdono divino, che arriva nelle vesti dell’ufficiale Abdallo. Nei giardini pensili passa il corteo degli ebrei, mentre Fenena, confrontata da Zaccaria, si dichiara pronta alla morte. Nabucco, alla testa del suo esercito, irrompe e ordina la distruzione della statua di Belo, che cade miracolosamente da sola. Nabucco concede la libertà agli ebrei, annuncia che Abigaille si è avvelenata e ordina agli ebrei di costruire un tempio per il Salvatore. Mentre tutti lodano Dio Abigaille, sorretta da due guardie, entra in scena, confessando le sue colpe e invocando il perdono, prima di morire. Zaccaria rivela un’ultima profezia: servendo Yahwe, Nabucco sarà il re dei re.

L’ALLESTIMENTO DI ARNAUD BERNARD: IL TEATRO NEL TEATRO E LE CINQUE GIORNATE DI MILANO

Nabucco, Arena di Verona, 2018 (Allestimento di Arnaud Bernard) - Foto Copyright: EnneVi

Il melodramma, e l’opera italiana in genere – per parafrasare le parole di Arnaud Bernard -, è la forma di spettacolo musicale e culturale che più di ogni altra narra e descrive la storia d’Italia. Per questo motivo gli italiani si sono sentiti molto vicini agli ebrei perseguitati dai babilonesi. Forse troppo vicini, secondo gli austriaci: opere come il Nabucco venivano guardate con sospetto e raramente permesse. Il rischio di rivolte popolari scatenate da un momento troppo drammatico dell’opera era elevatissimo. Basti pensare che il Va’ pensiero venne subito adottato come inno del Risorgimento, e per un certo periodo si è anche pensato di renderlo l’inno ufficiale dello Stato. Tanto per citare un aneddoto: il Va’ pensiero venne intonato spontaneamente dalla folla durante i funerali di Verdi.

Il Nabucco che Bernard ha voluto descrivere è ambientato idealmente a Milano durante le Cinque Giornate e, nel fare questo, si è avvalso di uno dei maggiori simboli della cultura musicale italiana nel mondo: il Teatro alla Scala. L’azione si svolge quindi attorno al teatro durante una reale rappresentazione del Nabucco, per sottolineare maggiormente quanto l’opera e la musica di Verdi potessero entusiasmare ed accendere gli animi ancor più di mille proclami. Non resta che lasciarsi coinvolgere nella rivoluzione.

INFO

Arena di Verona: 96° Opera Festival 2018
22 giugno – 1 settembre

Nabucco
Dramma lirico in 4 atti di Giuseppe Verdi

Direttore d’Orchestra Jordi Bernàcer
Regia e Costumi Arnaud Bernard
Scene Alessandro Camera
Lighting design Paolo Mazzon

Orchestra, Coro e Tecnici dell’Arena di Verona

Per informazioni e biglietti www.arena.it e sui social Facebook, Twitter, Instagram e YouTube.

Biglietteria – Via Dietro Anfiteatro 6/B, 37121 Verona
tel. (+39) 045 59.65.17 – fax (+39) 045 801.3287 – email biglietteria@arenadiverona.it
Call center (+39) 045 800.51.51 – www.arena.it – Punti di prevendita Geticket
Prezzi da € 22,50 a € 204,00

SOTTO: Nabucco, Opera Festival 2018. Alcune foto dell’allestimento di Arnaud Benard. Copyright: Foto EnneVi. Per gentile concessione della Fondazione Arena di Verona.

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