Naz-Sciavez e la Valle dell’Isarco, tra piste ciclabili, piaceri della tavola, rocche, monasteri e antichi castelli Alla scoperta dell'altopiano delle mele, nel cuore dell'Alto Adige, dove il clima è dolce e temperato, la vita scorre lenta e tranquilla e il paesaggio si fonde con la storia in un perfetto equilibrio tra uomo e natura.

0
1344

NAZ (BOLZANO) – Siamo nel cuore dell’Alto Adige, l’altopiano delle mele, una zona collinare tra la Valle dell’Isarco e la Val Pusteria, nella provincia autonoma di Bolzano, tra i 730 e gli 890 metri sul livello del mare, dove il clima è dolce, temperato e la vita scorre lenta e tranquilla. Il posto ideale per godere dei piaceri che questi luoghi sanno offrire, per fare sport, per dedicarsi al wellness (come si usa dire di questi tempi), ma anche per meditare, per prendersi il tempo di contemplare il perfetto equilibrio tra Uomo e Natura, perché qui l’intervento dell’uomo è sempre in armonia con ciò che la Terra ci ha regalato.

Il luogo regala molte possibilità di trascorrere il tempo dedicandosi alle escursioni grazie ad una vasta rete di percorsi che raggiungono i 65 chilometri, ma anche attraverso attività sportive molteplici che vanno dallo sci, allo sci di fondo ai pattini e alle ciaspole d’inverno, mentre d’estate si può risalire con la cabinovia in quota da cui si può scendere a valle a piedi, in mountain bike, con i go cart. Complice di tutto ciò è la Plose, la montagna delle Alpi alta 2.562 m. che sorge vicino a Bressanone (Brixen). Lo svago non manca anche per i bambini grazie ai numerosi parchi divertimento o ai parchi avventura che stimolano lo sviluppo percettivo e motorio dei più giovani.

Ma il fiore all’occhiello del Trentino-Alto Adige sono le numerose piste ciclabili che spesso costeggiano i corsi dei fiumi donando ai passanti paesaggi piacevoli e temperature idonee all’attività fisica in estate quando altrove il solleone non permette gli sforzi prolungati, così ci si possono permettere tratti di strada abbastanza lunghi. Un esempio è la pista ciclabile tra Bressanone e Bolzano che si snoda attraverso la stretta Val d’Isarco e, dove la gola si allarga, si estendono vigneti e località amene, mentre la flora fluviale dona ristoro ai ciclisti e regala squarci di paradiso terrestre: si parte da Bressanone, lungo l’Isarco in direzione sud; qui la valle è ancora larga, i meleti dominano il paesaggio e lungo i pendii soleggiati crescono le vigne. In poco tempo si raggiunge il borgo medievale di Chiusa (Klausen), dominato dal convento di Sabiona, si prosegue, poi, verso Ponte Gardena; sul versante destro della valle sorgono i paesi di Villandro e Barbiano; da Colma la ciclabile occupa lo spazio usato una volta dalla ferrovia fino a Cardano: ponti e brevi gallerie rendono il passaggio più interessante e vario; a Prato all’Isarco inizia, lungo la ciclabile, la “Augenreise”, una catena di opere d’arte, installazioni e disegni sui muri, che accompagnano il viandante fino a Bolzano, dove la valle si allarga e si ritrova un paesaggio di vigneti.

Anche il palato viene soddisfatto dalle molteplici tentazioni dei prodotti tipici locali che si possono gustare nei masi, nelle malghe, ma anche nelle locande a conduzione familiare, i Gasthof, dove la genuinità è all’ordine del giorno: lo speck, i formaggi di malga e gli yogurt, i canederli, gli spezzatini di carne, i wurstel e le patate cucinate in molti modi, le varie birre, per finire con i dolci come lo strudel, la torta di grano saraceno con marmellata di mirtilli rossi… e altro ancora, per la gioia dei golosi. Se trascorrerete le vostre vacanze in questa zona nel periodo d’autunno, non dovete perdervi una bella serata di Törggelen (si tratta dell’assaggio del “Süßen”, il succo d’uva dolce non ancora fermentato, che poi si tramuta nel “Nuien” il vino nuovo appena fermentato; l’assaggio del vino è accompagnato dalla merenda tipica con speck, “Schüttelbrot” (le pagnotte dure), “Schlutzkrapfen” (ravioli/agnolotti ripieni di spinaci e ricotta tipici della Val Pusteria), canederli, salsiccia contadina con i crauti, zuppa d’orzo e naturalmente castagne, qui chiamate “Keschtn”). Le Giornate delle Castagne e la Festa dei Vicoli di Chiusa completano il ventaglio di offerte.

Non mancano altresì i luoghi di interesse storico-culturale come l’elegante centro storico della città vescovile di Bressanone che si trova al confluire dei fiumi Isarco e Rienza a 559 m s.l.m. e che è la terza città dell’Alto Adige in termini di grandezza e la città più vecchia del Tirolo: qui, immersi in un’atmosfera medievale, si possono visitare il Duomo e il Palazzo Vescovile con il Museo Diocesano.

Poco distante si può visitare la superba Abbazia di Novacella, fondata nel 1142 dal Vescovo di Bressanone, il beato Hartmann, sulla scia della riforma gregoriana che con il Sinodo Laterano (1059) sollecitava con forza il rinnovo della vita comunitaria del clero seguendo il modello della Chiesa delle origini già perseguito da Sant’Agostino nel V secolo, alla cui Regola si rifà la Congregazione Austriaca dei Canonici Agostiniani di cui fa parte l’Abbazia. Essa offre agli occhi del visitatore la sua luminosa basilica barocca, la biblioteca rococò, il chiostro gotico con i suoi affreschi e pitture gotiche su tavola, oltre alla possente torre romanica ed il Castel Sant’Angelo situato all’entrata dell’Abbazia che ha una propria autonomia economica derivante dall’azienda agricola, dai propri boschi e dalla cantina vinicola.

Le Alpi Sarentine da un lato, una splendida vista sulle Dolomiti dall’altro, fanno da cornice alla località medievale di Chiusa all’Isarco, che nel 2002 è stata dichiarata uno dei borghi più belli d’Italia. Il suggestivo monastero benedettino di Sabiona, che la sorveglia dall’alto, è sicuramente uno dei maggiori punti d’interesse del comune, sia dal punto di vista paesaggistico, sia da quello storico. Il monastero, che troneggia come un castello su un’alta rupe, la cosiddetta “Acropoli del Tirolo”, dal 1687 fu abitato da monache benedettine provenienti da Nonnberg nei pressi di Salisburgo e nel 1699 divenne Abbazia. Ancora oggi vivono suore nel monastero. Reperti archeologici testimoniano che dalla collina, in tempi passati, la fede cristiana si diffuse  in tutto l’Alto Adige. Il monastero non è aperto al pubblico. Anche quattro cappelle e chiese si trovano su questa rupe: la Chiesa di Nostra Signora, la Chiesa del Convento, la Cappella delle Grazie e la Chiesa Santa Croce che per 400 anni ha rappresentato la sede vescovile del “Bistum Sabiona” e che nel 1000 d. C. circa venne spostata a Bressanone. Partendo dalla cittadina di Chiusa una passeggiata porta direttamente al monastero, impiegando circa 45 minuti. Altri luoghi d’interesse sono Koburg e Summersberg. Da non perdere anche una gita in montagna alla Croce di Lazfons.

Per concludere, il ridente centro di Naz rappresenta senz’altro la base di partenza per numerose escursioni, tra le quali consigliamo senz’altro quelle appena citate.

Ma va detto che anche risiedere pigramente in loco, accolti e coccolati nelle numerose strutture ricettive che soddisfano tutti i gusti e le tasche, non è da disprezzare: Naz offre infatti nei suoi immediati dintorni, senza necessità di spostarsi troppo, un dedalo di sentieri che è un vero piacere percorrere a piedi, cullati dalla pace e dalla tranquillità del luogo. Primo fra tutti “Il sentiero delle mele”, una passeggiata tematica per gli amanti della natura lunga 7,7 chilometri che dà un’ampia visione delle bellezze naturali di questa zona, informando il turista, attraverso numerosi cartelli, sulla coltivazione delle mele, sull’Altopiano di Naz-Sciaves e in generale sulle mele dell’Alto Adige; interessante anche il ”Giro dei paesi” dell’altopiano che, attraversando il bosco Fruhnwald e passando per Fiumes, arriva a Sciaves, e da qui prosegue, passando tra i frutteti, fino al laghetto Flötscher e quindi a Rasa.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here