Venezia 75. Trionfa Cuarón, sbanca Netflix, niente premi per l’Italia | TUTTI I VINCITORI Chiude la 75. Mostra del Cinema di Venezia, Leone d'Oro ad Alfonso Cuaron per "Roma". Vincono il Messico, le donne, la semplicità, la poesia, la memoria e un futuro dalle mille sfaccettature, che avanza sottotono intrecciando ricchezza e invisibilità, visioni oniriche e personali del mondo e un bianco e nero d'altri tempi. Grande assente l'Italia ma anche il presente, troppo impegnato ad alzare scudi, muri e barricate per riuscire a leggere tra le pieghe della Storia

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Alfonso Cuarón, ROMA, Leone d'Oro miglior film - Venezia 75

VENEZIA – Si è conclusa sabato 8 settembre la 75a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Il Leone d’Oro va a ROMA di Alfonso Cuaron, che dopo la fantascienza spettacolare di Gravity del 2013 – e relativa incetta di Oscar – sposta l’occhio sul suo quartiere natale, nel Messico degli anni 70, e ci regala un film altrettanto intenso ma diametralmente opposto: delicato, struggente, personale, autobiografico, e sorprendentemente in bianco e nero.

È “Roma” di Alfonso Cuarón il film vincitore di Venezia 2018, che raccoglie fin da subito il plauso di tutti. Perché è un film bellissimo, perché segna il ritorno dietro la macchina da presa di un grande regista, già vincitore di 6 premi Oscar con “Gravity” nel 2013, perché narra una vicenda toccante con immagini meravigliose e perché lo fa con una semplicità disarmante, ricorrendo a un linguaggio complesso e inusuale nel panorama contemporaneo, quello di una fotografia in bianco e nero dal sapore retró.

La vicenda, dichiaratamente autobiografica, è incentrata sulla storia di Cleo, domestica tuttofare di umili origini mixteche al servizio di una famiglia spagnola dell’alta borghesia, ed è ambientata nel quartiere “Roma” di Città del Messico, lo stesso in cui il regista è cresciuto e che dà appunto il nome alla pellicola. Quando la ricca famiglia viene investita dalle difficoltà, sarà Cleo a farsi carico di mantenerla unita, con la sua invisibile presenza e la sua devozione. Sullo sfondo un Messico segnato dagli scontri sociali, etnici e politici, che riflette e amplifica quello stesso senso di instabilità e lo proietta su scala epocale.

Diciamolo subito. La vittoria di Cuarón non ha colto di sorpresa nessuno. Di certo non ha colto di sorpresa la stampa specializzata e nemmeno il pubblico presente in laguna. Grande favorito fin dalla vigilia, la vittoria di Cuarón è maturata poco a poco, durate il festival, nei commenti di chi usciva dalla sala, ed è cresciuta assieme al plauso di tutti, confluendo quasi naturalmente nella decisione finale della giuria. La votazione è stata unanime. “9-0” ha dichiarato calorosamente Guillermo del Toro, presidente dei giurati, spazzando via tra i cenni di assenso dei colleghi ogni sospetto di un suo possibile appoggio all’amico messicano. Anche se arrivarci, ammette, non è stato per niente facile: “Ventuno film in concorso sono tanti con solo nove premi da assegnare, e la qualità delle pellicole in gara era indubbiamente altissima. Per questo abbiamo guardato molto, discusso tanto, ci siamo presi il tempo per analizzare e parlare a fondo di ciascun film, come un’audience qualunque. Ma abbiamo anche osservato con attenzione le reazioni del pubblico in sala. Alla fine sono orgoglioso di aver presenziato questa giuria e del risultato che abbiamo raggiunto”. 

Alfonso Cuarón, ROMA, Leone d'Oro miglior film - Venezia 75

Un risultato ampiamente atteso quindi, ma che non per questo ha reso meno emozionante la serata finale. A partire da Alfonso Cuarón che, visibilmente commosso, ha iniziato il suo discorso in italiano per proseguirlo poi in inglese e chiuderlo in spagnolo. E che ha dedicato la vittoria alla sua tata, la figura reale a cui tutto il film è ispirato, commentando: “questo film è un atto d’amore nei confronti delle mie donne, del mio paese, di Città del Messico e dell’invisibilità”.

È stata indubbiamente una cerimonia emozionante anche perché il carico di istanze e valori, o per farla semplice la visione del mondo e del Cinema, che questo film porta con sé sono tanti e destinati a far riflettere, soprattutto di questi tempi e con buona pace di chi alza scudi, barriere e barricate per arrestarne il corso.

VENEZIA, NETFLIX E LA “LETTERA SCARLATTA”

Vincono dunque il Messico, le donne, la memoria, la semplicità, la poesia, l’eleganza e soprattutto (non dimentichiamoci Netflixun futuro dalle mille sfaccettature, che avanza sottotono e con naturalezza – fluido, scorrevole e discreto – ma anche inarrestabile come la Storia, altra grande protagonista di questa 75. Rassegna. Quella stessa Storia che, per quanto fingiamo di ignorarne la lezione, continua a scorrere sempre uguale a se stessa, tra corsi e ricorsi, come l’acqua lanciata sul pavimento da Cleo nel trailer di “Roma”.

Impossibile sorvolare sul fatto che il Leone d’Oro di Venezia 2018 a Cuarón è anche il primo storico riconoscimento di questo tipo accordato da un festival internazionale a Netflix, il grande colosso dello streaming, produttore e distributore della pellicola già estromesso da Cannes a marzo, a cui Venezia ha invece spalancato le porte.

L’inizio della fine per i Festival cinematografici? E per il Cinema nel senso più tradizionale del termine, così come oggi noi tutti lo conosciamo? Guillermo Del Toro taglia corto: “Non credo che sia l’inizio della fine di niente. Si tratta solo della naturale prosecuzione di un processo che è iniziato all’incirca cent’anni fa, a sua volta iniziato anche prima di allora. Credo che farne una questione demagogica non aiuti in alcun modo il libero progredire dello storytelling”.

Una presa di posizione netta e precisa, anch’essa tutt’altro che inattesa, che come il successo della pellicola di Cuarón era nell’aria fin dall’inizio e non ha fatto che consolidarsi e prendere forza nell’arco di tutta la manifestazione.

La nostra opinione? Ci eravamo già espressi neanche tanto tra le righe qui ma in questo frangente preferiamo ribadirla citando le illustri parole di David Cronenberg, Leone d’Oro alla carriera, attento conoscitore del mondo dei nuovi media nonché grande visionario di mondi futuri e stravolgimenti tecnologici. Al momento noi non sapremmo esprimerci meglio:

“Il Cinema? diventerà come il vinile”. “Io credo che la tecnologia non possa che cambiare il Cinema per il meglio. (…) Penso che sia assolutamente fantastico che le persone abbiano accesso diretto al Cinema tramite i loro orologi, i loro smartphone o qualunque altro strumento analogo. Perché questo rende l’esperienza personale, consente di possederla. Penso che la gente dimentichi che in tempi non lontani se un film arrivava nel tuo paese stava giusto una settimana e poi era andato. Scompariva e non riuscivi più a vederlo. Questo fino a quando non arrivò la televisione e a quel punto i film si cominciò a poterli possedere, come un libro. Ecco questo per me è una cosa importantissima e assolutamente positiva”.

Un passaggio epocale di cui Venezia si rende partecipe, con scelte destinate a produrre un eco ben più allargato sull’evoluzione della settima arte, sui suoi sistemi di fruizione e relativi circuiti di consacrazione. Palme, Orsi d’oro, Leoni alati o prestigiose Statuette che dir si voglia.

Forse anche di questo hanno fatto le spese le pellicole italiane, di sicuro interesse ma travolte dall’avanzata di questa ventata d’aria nuova, di cui comunque sono tutte in qualche modo partecipi. A partire da “Suspiria” di Guadagnino, il remake della fortunata pellicola di Dario Argento del ’77, prodotto non a caso da un’altro gigante dello streaming online, Amazon Studios, a cui pure Venezia ha aperto i battenti; per continuare con “Capri-Revolution” di Mario Martone, che portando in scena la storia della prima comune proto-hippy di artisti formatasi a Capri nel 1914, ci invita a riflettere su analoghi momenti di passaggio della Storia e sull’inevitabile scontro tra diverse visioni del mondo che portano con sé; non ultimo “Che fare quando il mondo è in fiamme?” di Roberto Minervini, regista marchigiano, che dipinge a suo modo un altro coraggioso e intimo affresco in bianco e nero di una comunità – in questo caso quella afro-americana degli stati del Sud – che si trova a combatte per la giustizia, la dignità e la sopravvivenza in un Paese che non sembra essere dalla sua parte.

Premi meritatissimi a Lanthimos per “The Favourite” (Leone d’argento, premio speciale della giuria e Coppa Volpi a Olivia Colman, miglior protagonista femminile), a Jacques Audiard per il suo affascinante western esistenziale The Sisters Brothers” (Leone d’argento per la miglior regia) e a tutti gli altri, non ultimi Joel ed Ethan Cohen (Premio alla miglior sceneggiatura) per “The Ballad of Buster Scruggs”, altra produzione NETFLIX in concorso che porta così l’invidiabile Palma Res del gigante dalla “lettera scarlatta” a due titoli premiati su quattro. Senza contare il Premio Speciale “Campari Passion for Film” assegnato al montatore Bob Muraski per “The Other Side of the Wind” di Orson Welles, che senza l’appoggio finanziario di NEFLIX non avrebbe potuto essere completato.

Che dire? Appuntamento agli Oscar 2019, ormai dietro l’angolo (24 febbraio). E a Cannes 2019 subito a seguire (14 maggio). Ne vedremo delle belle.

Lista completa di tutti i film premiati sotto.

INFO

75. Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica di Venezia
29/08 -8/09 2018

Biennale Cinema
Sito ufficiale: www.labiennale.org/it/cinema/2018/
Pagine social:
www.facebook.com/Labiennaledivenezia | www.facebook.com/mostradelcinemavenezia

TUTTI I PREMI DI VENEZIA 75

LEONE D’ORO per il miglior film a:
– ROMA di Alfonso Cuarón (Messico)

LEONE D’ARGENTO – GRAN PREMIO DELLA GIURIA a:
– THE FAVOURITE di Yorgos Lanthimos (UK, Irlanda, USA)

LEONE D’ARGENTO – PREMIO PER LA MIGLIORE REGIA a:
– Jacques Audiard per il film THE SISTERS BROTHERS (Francia, Belgio, Romania e Spagna)

COPPA VOLPI / migliore interpretazione femminile a:
– Olivia Colman nel film THE FAVOURITE di Yorgos Lanthimos (UK, Irlanda, USA)

COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a:
– Willem Dafoe nel film AT ETERNITY’S GATE di Julian Schnabel (USA, Francia)

PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a:
– Joel Coen e Ethan Coen per il film THE BALLAD OF BUSTER SCRUGGS di Joel Coen e Ethan Coen (USA)

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a:
– THE NIGHTINGALE di Jennifer Kent (Australia)

PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore o attrice emergente a:
– Baykali Ganambarr nel film THE NIGHTINGALE di Jennifer Kent (Australia)

LEONE DEL FUTURO / PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA “LUIGI DE LAURENTIIS” a:
– YOM ADAATOU ZOULI (THE DAY I LOST MY SHADOW) di Soudade Kaadan (Repubblica Araba Siriana, Libano, Francia, Qatar)

PREMI ORIZZONTI

PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR FILM a:
– KRABEN RAHU (MANTA RAY) di Phuttiphong Aroonpheng (Thailandia, Francia, Cina)

PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE REGIA a:
– Emir Baigazin per il film OZEN (THE RIVER) (Kazakistan, Polonia, Norvegia)

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA ORIZZONTI a:
– ANONS (THE ANNOUNCEMENT) di Mahmut Fazıl Coşkun (Turchia, Bulgaria)

PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE FEMMINILE a:
– Natalya Kudryashova nel film TCHELOVEK KOTORIJ UDIVIL VSEH (THE MAN WHO SURPRISED EVERYONE) di Natasha Merkulova e Aleksey Chupov (Russia, Estonia, Francia)

PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIOR INTERPRETAZIONE MASCHILE a:
– Kais Nashif  nel film TEL AVIV ON FIRE di Sameh Zoabi (Lussemburgo, Francia, Israele, Belgio)

PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a:
– Pema Tseden per il film JINPA di Pema Tseden (Cina)

PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO a:
– KADO di Aditya Ahmad (Indonesia)

VENICE SHORT FILM NOMINATION FOR THE EUROPEAN FILM AWARDS 2018 a:
– GLI ANNI di Sara Fgaier (Italia, Francia)

PREMI VENEZIA CLASSICI

PREMIO VENEZIA CLASSICI PER IL MIGLIOR DOCUMENTARIO SUL CINEMA a:
– THE GREAT BUSTER: A CELEBRATION di Peter Bogdanovich (USA)

PREMIO VENEZIA CLASSICI PER IL MIGLIOR FILM RESTAURATO a:
– LA NOTTE DI SAN LORENZO di Paolo e Vittorio Taviani (Italia, 1982)

VENICE VIRTUAL REALITY

PREMIO MIGLIOR VR (STORIA IMMERSIVA) a:
– SPHERES di Eliza McNitt (USA, Francia)

PREMIO MIGLIORE ESPERIENZA VR (PER CONTENUTO INTERATTIVO) a:
– BUDDY VR di Chuck Chae (Repubblica di Corea)

PREMIO MIGLIORE STORIA VR (PER CONTENUTO LINEARE) a:
– L’ÎLE DES MORTS di Benjamin Nuel (Francia)

PREMI ALLA CARRIERA

LEONE D’ORO ALLA CARRIERA 2018 a:
– David Cronenberg
– Vanessa Redgrave

PREMI SPECIALI

JAEGER-LECOULTRE GLORY TO THE FILMMAKER AWARD 2018 a:
– Zhang Yimou

PREMIO CAMPARI PASSION FOR FILM a:
– Bob Murawski

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