Oscar 2018? Tirando le somme (grazie al cielo), nessun imprevisto Sono stati consegnati i Premi Oscar 2018 ai film e agli interpreti più meritevoli della scorsa stagione cinematografica. I vincitori li conosciamo (praticamente li conoscevamo già anche prima), ma ripercorriamo le tappe della cerimonia, fiacca e iper-corretta come non si vedeva da anni.

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Oscar 2018 - Guillermo del Toro at the 90th Academy Awards

HOLLYWOOD – Un’edizione particolare quella degli Oscar di quest’anno. E non solo perché siamo arrivati al fatidico appuntamento in cui Oscar compie 90 anni, ma piuttosto perché lo storico anniversario è caduto in un momento quantomeno bizzarro: tra scambi di buste e figuracce in mondovisione da esorcizzare, scandalo Weinstein, alzate di scudi, Time’s Up e un’America ossessionata dal diverso e dai muri, le premesse non erano certo delle più facili. (Ri)vediamo come è andata.

Sorpresa, questa sconosciuta! Gli Oscar 2018 sono andati in scena tra un sussurro e una carezza, regalando una delle cerimonie più istituzionali e fiacche degli ultimi anni. Il 2017 è stato un anno nero per Hollywood, sono volate teste potentissime e l’Academy ha visto bene di tenersi sul sobrio, premiare chi si sapeva già sarebbe stato premiato ed evitare figuracce. Al timone ancora una volta Jimmy Kimmel, che apre i giochi con un monologo abbottonatissimo e mette subito le mani avanti: “quest’anno, quando sentite il vostro nome, non alzatevi subito. Dateci qualche minuto” – quindi il caso La La LandMoonlight e relativo siparietto non dovrebbe ripetersi. Il conduttore passa poi alle cose serie ricordandoci, neanche troppo tra le righe, che il 2018 è stato l’anno in cui è stato silurato Harvey Weinstein dall’Academy. “Oscar è ancora il  numero uno, l’uomo più amato e rispettato di Hollywood. Dopotutto come potrebbe essere diversamente? tiene le mani dove le si può vedere, non dice mai una parola fuori posto e soprattutto, non ha il pene”. Ecco, ci serviva proprio un eunuco.

Scherzi a parte, Kimmel sottolinea come il movimento Time’s Up abbia avuto un ruolo di primo piano nel 2017, come sia riuscito a scuotere le coscienze, a dare alle donne una voce coesa e consapevole, a tutte le donne compresa Emma Watson, che però si è lasciata prendere dalla foga e si è fatta un tatuaggio a tema dove ha dimenticato l’apostrofo.

Peccato che Wonder Woman, Greta Gerwig con Lady Bird e Rachel Morrison (prima donna mai candidata all’Oscar per la Miglior fotografia) siano tornate a casa a mani vuote, ma il messaggio era chiaro. Inclusione, diversità, multi-cultura. Non dimentichiamo che alla Casa Bianca c’è pur sempre Donald Trump, quindi le donne sono solo una delle moltissime categorie ad aver bisogno di attenzioni speciali.

Gran parte dei premi assegnati agli Oscar 2018 erano già vox populi da mesi. Gary Oldman miglior attore (grazie al cielo) per L’ora più buia, Frances Mcdormand miglior attrice e Sam Rockwell miglior non protagonista per Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Allison Janey miglior non protagonista per I, Tonya. La regia era scritta, Guillermo del Toro con La forma dell’acqua, che riceve anche la statuetta senza pene come Miglior film, la summa perfetta della 90° edizione degli Academy Awards: protagonista femminile, tema del diverso, regista messicano.

La forma dell'acqua

Gli unici brividi di incertezza delle tre ore e rotte di cerimonia si sono avuti con i premi alle sceneggiature. La miglior non originale è andata a quella meraviglia di Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, mentre l’originale addirittura al socio-horror Scappa – Get Out di Jordan Peele, fenomeno dell’anno che insieme a del Toro porta un po’ di cinema di genere nell’Olimpo dell’eccellenza americana.

Le uniche esibizioni avute sul palco degli Oscar 2018 sono state quelle degli interpreti candidati al premio per la Miglior canzone. Niente di stratosferico, giusto qualche fondale intercambiabile e ballerini q.b.

Grandissimo rigore anche nella scelta degli abiti, soprattutto quelli femminili, con qualche eccezione, prima fra tutte  Whoopy Goldberg che se ne infischia alla grande della sobrietà e sfoggia con magnificenza un gigantesco abito bon bon carico di fiori.

Oscar 2018

Gal Gadot annicchilisce il 90% della popolazione mondiale, gender free, presentandosi sul red carpet in una cascata d’argento, ma a trionfare è il bianco (simbolicamente interessante da contrapporre al nero sfoggiato dalle donne di Time’s Up ai Golden Globes) con Laura Dern e Jane Fonda, che si mettono in tasca le più giovani e insegnano a tutte come ci si veste. Il total white è anche la scelta azzeccatissima di Timothée Chalamet, che in coppia con il collega di Chiamami col tuo nome, Armie Hammer, annicchilisce la restante parte della platea  senza nemmeno troppo sforzo.

Hollywood insomma se l’è cavata brillantemente esorcizzando l’esorcizzabile, misurando parole e premi, e giocando di equilibrismo, per tutta la serata, sul filo dell’ironia e della sobrietà – ma neanche troppo (della gigantesca scenografia ad alto impatto di cristalli Swarowsky ne vogliamo parlare?).

Per quest’anno è andata così, tutto bello tutto corretto con contorno di sbadigli. E l’effetto WOW? Per l’effervescenza, lo Spettacolo con la S maiuscola, l’imprevisto e nuovi orizzonti di scandali epocali e faraoniche gaff appuntamento all’anno prossimo.

Premi Oscar 2018

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