“Berlin, Brandeburger Tor 1989”. Le foto inedite della caduta del muro di Berlino in un reportage lungo 30 anni

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Berlin, Brandenburger Tor 1989 (fotografie inedite di Massimo Golfieri)

BOLOGNA – Inaugurata il 31 ottobre 2019, rimarrà aperta al pubblico fino al 28 novembre la mostra che raccoglie gli scatti inediti realizzati nel 1989 da Massimo Golfieri, fotografo imolese, in occasione del crollo del muro di Berlino. Un surreale reportage che illustra, trent’anni dopo e coi colori della memoria, l’euforia e le inquietudini di un evento storico, fissando sulla pellicola gli sguardi attoniti di un mondo diviso che si ricongiunge.

Occorre un attimo perché la storia accada ma servono anni, a volte interi decenni, prima che un evento storico acquisisca quel giusto spessore, quella giusta consistenza, quel particolare tono e colore che gli consentono di sedimentarsi correttamente nello spazio della memoria.

È così che in una sorta di tempo circolare, che corre avanti per guardare indietro, ci colgono di sorpresa gli scatti di Massimo Golfieri, inedito reportage fotografico che, a trentanni dal crollo del muro di Berlino, ce ne restituisce le immagini in una serie di sequenze vivide e surreali, colorate e astratte, patinate e livide, sottraendole alle pieghe del tempo.

Scorrono davanti ai nostri occhi, in galleria, le icone di un’epoca. Una trabant azzurra che si staglia sul grigiore del panorama urbano, un militare impettito e austero la cui sagoma verde si confonde tra le colonne del Neue Wache in Unter den Linden, il volto di un bambino nascosto da un passamontagna rosa a forma di coniglietto che svetta sulla folla raccolta attorno alla Porta di Brandeburgo, le uniformi da parata rosse della banda. Sopra a tutto campeggiano i volti attoniti, gli sguardi increduli, le espressioni stupite di un’umanità fradicia che si accalca sotto la pioggia, incurante del freddo, per far parte del “momento”, per esserci, per crederci, per toccare con mano l’impensabile, il sogno, l’evento impossibile che sta per prendere forma e materializzarsi sotto gli occhi di tutti.

Berlin, Brandenburger Tor 1989 (fotografie inedite di Massimo Golfieri)

Colpiscono, di questi scatti, anzitutto i colori: lividi, pastosi, artefatti, recuperati filologicamente e con cura dalla memoria, impressi nella mente prima che sulla pellicola e restituiti al presente in forma di aura poetica, applicati sul bianco e nero dello scatto originale con tecniche pittoriche. “Ricordo perfettamente ogni colore” racconta Golfieri, “Il giallo di un impermeabile, il verde di un’informe… Anche perché in effetti io sono essenzialmente un pittore, la mia formazione almeno è di tipo pittorico. Non a caso queste immagini sono tutte electronic free, vale a dire realizzate con tecniche analogiche e colorate a mano utilizzando materiali dell’epoca. Dalla Germania est mi portai tutta una serie di inchiostri, cannette, pennini, carte assorbenti e ogni altro genere di materiali da cartoleria di cui sono sempre stato grande divoratore. Questi materiali si sono rivelati poi a posteriori di grande utilità, anche nella realizzazione di questo lavoro”. 

Si tratta in sintesi di un’uso della fotografia rigorosamente analogico, intersecato per di più da una stratificazione di colori e scritte calligrafiche (le immagini sono spesso corredate da testi e note a margine, ndr) che Golfieri accosta alla tecnica dell’acquaforte e oppone decisamente a una “fotografia usa e getta, tipica dei nostri tempi, che porta a una diluizione omeopatica della memoria, di cui appiattisce e cancella le tracce più che fissarne i contorni”.

Ne scaturisce un effetto straniante, marcatamente vintage ma anche unico e non ripetibile, che cristallizza l’attimo dilatandolo in un istante infinito, cartoline da un’altro millennio, rendendoci paradossalmente più vicini a quei volti attoniti di quanto non saremmo se ci trovassimo di fronte a un’opera di maggior rigore fotografico.

Berlin, Brandenburger Tor 1989 (fotografie inedite di Massimo Golfieri)

Ci scopriamo così parte di quell’umanità trepidante nel momento stesso in cui ne condividiamo lo sguardo, persi alla ricerca di un muro che si nega alla vista, a noi come a loro, schiacciato dalla folla prima ancora che dal corso degli eventi.

La valenza epocale, mediatica, è sottolineata dalla scelta di immagini in cui obiettivi e macchine fotografiche analogiche fanno capolino un po’ ovunque, imponendoci per antitesi una riflessione sui nostri tempi, dove smarthphone e dispositivi digitali, surrogato di massa della memoria, sono usati tanto spesso a sproposito da cancellare la necessità dell’esistenza di una memoria stessa.

“Qualcuno si ricorda forse della guerra del golfo, uno degli eventi mediatici più filmati e documentati della storia dei tempi?”.

Pathos e atmosfera, forse per questo, si costruiscono qui per sottrazione e prendono corpo proprio attorno a una grande assenza, quella del muro, che il titolo stesso della mostra, come le immagini, volutamente elude,  caricandolo di infinite valenze proprio in virtù della sua sottrazione.

Brandenburger Tor, la Porta di Brandeburgo, prende il suo posto, emblema di una chiusura attorno alla quale il muro fu costruito ma anche, a posteriori, immagine iconica di un’apertura che assieme alla cancellazione di barriere ideologiche, territoriali e culturali, portò lo sguardo di una città intera (come anche del mondo e di intere nazioni) a guardare avanti, vagando in cerca di nuovi appigli, sospeso sulla soglia in un futuro vertiginoso, carico di aspettative ma anche talmente indefinito e imprevedibile da lasciare senza fiato.

INFO

Berlin. Brandenburger Tor 1989
31 ottobre / 28 novembre 2019
Studio Cenacchi Arte Contemporanea
Via S. Stefano 63 – BOLOGNA

www.studiocenacchi.com

ORARI: Da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19.00 e su appuntamento
INGRESSO LIBERO

Immagini: Massimo Golfieri © – All Right reserved (use by permission)
La mostra è accompagnata da testi critici di: Andrea Angelini, Franco Minganti, Iacopo Cenacchi, Massimo Golfieri.

 

 

 

    

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Classe '63, consulente di Marketing e Comunicazione sui canali digitali, è appassionata di cinema, fantascienza, arte, musica e spettacolo, con particolare riferimento a tutto ciò che contamina massivamente e in forma inestricabile quanto appena elencato sopra. Accanita consumatrice di serie TV, B-Movie, Urania, fantascienza e musicalmente fuori dagli schemi. Ama la neve, lo snowboard, il golf e le sfide. Digital addicted. Odia i percorsi lineari, la mancanza di fantasia e i bunker. Incidenti di percorso: Laurea in Lingua e Letteratura Anglo-Americana, Diploma di tecnico-progettista di Ipertesti, Master in Marketing, Comunicazione e Nuove Tecnologie con approfondimenti di semiotica applicata alla Comunicazione Pubblicitaria e al Marketing Digitale.

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