“Sogno o son d’Este”, i restauri di luce del patrimonio estense illuminano i borghi dell’antico ducato Modena, Ferrara, Vignola. Sono queste le tre località che a partire dal 13 luglio apriranno le porte al singolare progetto, riportando indietro nel tempo gli antichi borghi estensi e permettendo al pubblico di apprezzarne, in realtà aumentata, gli aspetti perduti

0
1349
Sogno o son d'Este - Luci sul mondo estense

FERRARA – Forse nemmeno gli emiliani sanno che gli antichi edifici delle loro città non apparivano un tempo esattamente come si presentano ora, in mattoni faccia a vista o intonaco a tinte piatte, ma erano ornati da splendidi affreschi, decori e disegni a vivaci colori che purtroppo col tempo sono andati perduti. Tra luglio e dicembre 2018 un innovativo progetto di restauro “digitale” basato su proiezioni luminose ne riporterà alla luce – è proprio il caso di dirlo – tutte le meraviglie, rendendoli nuovamente visibili al pubblico. 

“Sogno o son d’Este”. Dal 13 luglio al 12 dicembre un progetto di restauro digitale basato su multi-proiezioni architetturali e rilievi laser scanner 3D riporterà indietro nel tempo le antiche rocche, i palazzi e i castelli dei luoghi legati alla Casa d’Este, svelando al pubblico e ai cittadini il volto quattrocentesco delle loro città.

La prima location coinvolta sarà la Rocca di Vignola, che il 13 luglio vedrà riaffiorare sui torrioni delle facciate ovest, sud ed est raffinate pitture raffiguranti tralci di foglie e melograni nonché variopinte riquadrature merlate a coda di rondine che orlavano le cortine con una bordatura rossa e motivi vegetali. Faranno seguito la Chiesa di Sant’Agostino a Modena, dove in settembre verranno ripristinati i decori provvisori realizzati in occasione delle esequie di Francesco I d’Este (1659), sontuose raffigurazioni tipiche dell’epoca che avevano lo scopo di trasformare i riti funerari in occasioni di celebrazione della continuità del potere; e infine Casa Romei a Ferrara, in ottobre, dove verranno ricomposti con la luce i decori del doppio loggiato interno, decorazioni fiorite tardogotiche con riferimenti all’araldica della famiglia che in passato riprendevano le pitture degli esterni e dialogavano con i cicli pittorici ancora perfettamente visibili nelle sale interne del pianterreno.

Rivivranno insomma i decori, gli affreschi, i disegni e i colori a tinte forti che ornavano originariamente gli edifici del casato, trasformando le facciate di corti, castelli, chiese e palazzi in vere e proprie “architetture parlanti”. Erano questi in effetti i modi e le forme in cui i signori del tempo dialogavano col popolo e col territorio: trasformando gli esterni delle loro residenze in una sorta di grandi quinte dipinte, giganteschi schermi ante-litteram sui quali scorrevano le narrazioni e la storia dell’epoca. Un patrimonio culturale ed artistico che secoli di esposizione agli agenti atmosferici hanno inesorabilmente cancellato e di cui oltre a sbiadirsi le tracce si rischia di perder memoria.

Alla base del progetto c’è un grande rigore storico-scientifico ma anche un cuore e un’anima tipicamente emiliani. Racconta Giuseppe Pesce, vice-presidente della Fondazione di Vignola: “Sono cresciuto all’ombra della Rocca di Vignola, mi ci portava mia nonna quando avevo sei anni e l’ho sempre concepita come un edificio in mattoni a vista. Solo 4-5 anni fa ho scoperto che non era sempre stata come io la vedevo, ma era intonacata e affrescata (…) secondo una pratica diffusa a quei tempi. Da qui è nata l’idea di un progetto che mettendo insieme tante teste, raccogliendo enti persone e risorse che spesso viaggiano separate, riuscisse a restituire a questi edifici – senza toccare nulla, senza interventi invasivi – quello che era il loro aspetto reale, per restituirlo all’immaginario collettivo”.

Aggiunge Achille Lodovisi, responsabile scientifico: “Le facciate comunicavano e lo fanno tuttora. Noi tutti siamo figli di questa cultura. E chi ha avuto l’opportunità di recarsi a Time Square a NY la rivede sotto forma digitale. Perché anche oggi le case mostrano immagini, solo sotto forma di neon, luci e affissioni. È importante non dimenticarsi di queste funzioni. Noi non abbiamo fatto niente di nuovo, non abbiamo mai avuto la pretesa di esercitare strane magie tecnologiche, semplicemente abbiamo utilizzato tutte le conoscenze disponibili per ridare voce a questo mondo dimenticato. (…)”.

E sugli aspetti tecnici: “Oggi quando si pensa alle video-proiezioni si pensa ad immagini in movimento, noi invece proiettiamo immagini fisse. Più facile? No, al contrario. Molto difficile, perché se le immagini sono statiche la ricostruzione deve essere perfetta, al millimetro, o qualunque errore si vedrebbe. Questa è la vera sfida.”

“Sogno o son d’Este” è il frutto di anni di lavoro ed è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra tre fondazioni (Cassa di Risparmio di Modena, Cassa di Risparmio di Ferrara e Fondazione di Vignola), un istituto bancario (BPER Banca) e i dipartimenti di architettura delle Università di Modena, Reggio e Ferrara, che hanno operato in perfetta sintonia e di concerto con gli enti e le istituzioni preposti alla tutela del territorio. Un esempio virtuoso di sinergie a cui l’EmiliaRomagna non è nuova e di cui il presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Modena si è detto orgoglioso.

Città dipinte. Luci sul mondo estense. Non solo uno spettacolo capace di suscitare stupore e meraviglia dunque, ma anche un importante passo avanti nella messa a punto di un metodo di recupero e valorizzazione del patrimonio artistico che, auspicano i suoi promotori, possa costituire la base di riferimento per ulteriori, futuri interventi.

Perché al di là dell’aspetto spettacolare questa è decisamente una sfida complessa,  che risulta innovativa sia sul piano degli strumenti della ricerca, unendo competenze umanistiche e scientifiche, arte, storia e nuove tecnologie, sia su quello delle modalità di divulgazione dei risultati, ad alto impatto visivo ed emozionale, per una fruizione del patrimonio culturale da parte del grande pubblico.

INFO

Sogno o Son d’Este
13 luglio – 12 dicembre 2018

Sito ufficiale: www.sognoosondeste.it
Pagina facebook: www.facebook.com/SognooSonDeste

 

 

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here