Ordine e Bizzarria: il Rinascimento di Marcello Fogolino al castello del Buonconsiglio di Trento Genio e sregolatezza, presunti omicidi, spionaggio, fughe e vagabondaggi. L'eccellenza dell'arte di Fogolino raccontata in una mostra al Castello del Buonconsiglio di Trento. Fra le opere esposte anche la Madonna col Bambino e Santi proveniente dal Rijksmuseum di Amsterdam, per la prima volta in Italia

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TRENTO – “Ordine e bizzarria. Il Rinascimento di Marcello Fogolino” è il titolo di un’importante mostra inaugurata lo scorso 8 Luglio e che resterà aperta presso il Castello del Buonconsiglio di Trento fino al 5 Novembre 2017. L’iniziativa vede muoversi in sinergica collaborazione i Musei Civici di Vicenza e la Pinacoteca di Palazzo Chiericati.

L’evento vuole celebrare l’importanza artistica d
i Marcello Fogolino attraverso i suoi capolavori che resteranno esposti fino al 5 Novembre 2017. Dopo le grandi monografiche in precedenza dedicate agli artisti Girolamo Romanino e i fratelli Dosso e Battista Dossi, Trento rende omaggio a un esimio pittore che insieme con i precedenti aveva preso parte al cantiere del maniero tridentino contribuendo alle decorazioni in maniera consistente. 
La fama di pittore di Marcello era stata ottenebrata dalle sue vicende personali. Sembra infatti che l’artista, con la complicità del fratello Matteo, fosse l’autore di un delitto a seguito del quale vennero entrambi messi al bando dalla Repubblica di Venezia. L’attività di spionaggio che egli stesso svolse poi al soldo della Serenissima, le alterne fortune, tra alti e bassi, la qualità innegabile delle sue opere tratteggiano una figura particolare che sta a metà strada fra l’inferno e il paradiso. Storia e  leggenda si contendono l’ultima parola su quest’artista dimenticato.

Marcello Fogolino nasce in una famiglia di artisti nella quale sia il fratello ma soprattutto il padre era reputato pittore di buon livello. Bambino, com’era consuetudine per quel tempo, Fogolino viene mandato a bottega da Bartolomeo Montagna, a Vicenza. Nella città egli lascia numerose opere importanti prima di trasferirsi a Venezia, dove sarebbe rimasto per otto anni. Verso il 1518, Fogolino rientra a Vicenza per cominciare a collaborare con Giovanni Speranza (1470 circa -1536).
È proprio in quegli anni che la pittura del Nostro inizia ad aprirsi verso le novità prendendo quindi le distanze dai canoni quattrocenteschi. Lo stile dell’artista indulge verso la maniera del Veronese (1528-1588) di lui molto più giovane. Rientrato in Friuli nel 1526 Fugolino viene accusato dell’omicidio di Liberale, un barbiere di Belgrado e il fratello considerato suo complice dovrà anch’egli lasciare Venezia. Contro di loro era stato emesso un bando perpetuo dai Territori della Serenissima, il 25 gennaio 1527.

I fratelli non ottennero mai il ritiro di quel bando, ma grazie alla lunga attività spionistica a favore della Serenissima (documentata anche durante il loro soggiorno a Gorizia nel 1548) ricevono in cambio dei lasciapassare mediante i quali possono fare occasionalmente ritorno in patria. Fogolino ottiene in quel momento diverse commesse di rilievo, lavorando nelle chiese di Pordenone e del territorio limitrofo, realizzando opere oggi purtroppo in larga parte perdute. Dopo un breve periodo trascorso a Vicenza, l’artista farà di nuovo ritorno in Friuli assieme al fratello pittore ma vi resterà per poco tempo.

Non avendo ottenuto incarichi per via delle vicende giudiziarie di cui sopra, Fogolino decide di recarsi a Trento dove, tra il 1528 e il 1533, si stava erigendo il Magno Palazzo del Castello del Buonconsiglio. L’imponente fabbrica rinascimentale stava impiegando un gran numero di pittori, scultori, artigiani che in breve tempo avrebbero reso quanto mai fastosa la nuova dimora del principe vescovo Bernardo Cles. Sarà in quest’ambiente che Fogolino troverà fama, commissioni e protezione sia da parte del vescovo che della casa imperiale austriaca.

L’opera di Fogolino si estende in quegli anni anche ad altre dimore vescovili. Oltre che per Cles e Mandruzzo, suo successore, Fogolino lavora per diverse chiese del Trentino: le pale eseguite a Trento, Calavino, Caneve, Povo; senza contare il numero di palazzi e castelli nei quali presta la sua opera, come ad esempio Castel Cles, Castel Selva, Castel Toblino, il palazzo di Cavalese e altri ancora. Fogolino ottiene inoltre incarichi di rilievo per gli apparati in onore dell’imperatore Carlo V (1530 e 1541) e di re Ferdinando (1536) durante le loro visite a Trento.

Dopo il 1541, sotto Cristoforo Madruzzo, in pieno Concilio tridentino, la fortuna di Fogolino subisce un arresto e inizia per lui una nuova fase di peregrinazioni e spostamenti. Si trasferisce ad Ascoli Piceno, al servizio del vescovo di quella città conosciuto in precedenza a Trento, per poi passare a Gorizia e quindi a Bressanone.
Si sa inoltre che viene cercato per  eseguire i decori nella Residenza imperiale di Innsbruck. Nella cittadina austriaca non risulta però esserci traccia delle sue opere, ciò non di meno l’episodio lascia immaginare fino a che punto l’opera di Fogolino fosse apprezzata.

Ci sono ancora oggi molti coni d’ombra attorno alla figura di quest’artista, veneto di origine ma trentino di adozione, e risulta particolarmente lacunosa l’ultima fase della sua vita. Diversi sono ancora i quesiti rimasti insoluti riguardo sia alla sua produzione di pittore (per via del suo stile eclettico le sue opere furono per lungo tempo attribuite ai più celebri maestri del tempo, ndr) che alla periodizzazione dei suoi lavori.

L’esposizione si concentra sul periodo trentino illustrato attraverso le opere provenienti dalle chiese del territorio e dalle collezioni presenti nel museo. La produzione profana dell’artista sarà approfondita partendo proprio dai cicli pittorici presenti in situ, oltre che dalle preziose testimonianze grafiche.

La mostra si svolge nelle sale del Magno Palazzo, affrescate sia da Romanino e dai fratelli Dossi – già protagonisti di precedenti eventi espositivi – nonché dallo stesso Fogolino. Partendo dalle prime pale d’altare, che hanno segnato l’evoluzione del suo percorso stilistico, l’esposizione approfondisce lo studio dei rapporti e della collaborazione culturale con altri artisti vicentini a lui coevi, tra i quali ricordiamo Giovanni Bonconsiglio, Bartolomeo Montagna, di cui fu a bottega ancora fanciullo, e Francesco Verla.
In mostra sono presenti anche le magnifiche pale d’altare provenienti dal Rijksmuseum di Amsterdam tra cui Madonna col Bambino e Santi, opera esposta per la prima volta in Italia. Altre opere provengono dalla Galleria dell’Accademia di Venezia, dalla Pinacoteca Nazionale di Siena, dalla Pinacoteca di Palazzo Chiericati a Vicenza. Giungono invece dallo Staatliche Kunstsammlungen di Dresda le sue rarissime incisioni.

La mostra sarà aperta in contemporanea con la rassegna che il Museo Diocesano Tridentino dedica a Francesco Verla, un importante artista che nei primi anni del XVI secolo soggiornò a lungo in Trentino.

La mostra è curata da Giovanni Carlo Federico Villa, direttore onorario dei Musei Civici di Vicenza, da Laura Dal Prà, direttore del Castello del Buonconsiglio, e dalla conservatrice del museo Marina Botteri.

L’allestimento è a cura dell’architetto Michelangelo Lupo in collaborazione con l’architetto Adriano Conci, direttore tecnico del museo.

INFO
ORDINE E BIZZARRIA: IL RINASCIMENTO DI MARCELLO FOGOLINO
Trento, Castello del Buonconsiglio
Dall’8 Luglio al 5 Novembre 2017
ORARI:
Dalle 10.00 alle 18.00
chiuso i Lunedì non festivi, eccetto 17, 24, 31 Luglio e tutti i Lunedì di Agosto

BIGLIETTI
10€ intero, 8€ ridotto
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese
Presentando il biglietto della mostra Viaggi e incontri di un artista dimenticato. Il Rinascimento di Francesco Verla si avrà diritto ad una tariffa di ingresso agevolata.

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