Quando la musica è una festa. Anthony Morgan e The Harlem Spirit of Gospel Choir | INTERVISTA In occasione del debutto bolognese del celebre gruppo gospel abbiamo intervistato Anthony Morgan, leader e fondatore del noto ensemble newyorkese

0
2143
Harlem Spirit of Gospel Coir

BOLOGNA – Gospel, pop, jazz, rhythm & blues. La tournée di The Harlem Spirit of Gospel Choir fondato e diretto da Anthony Morgan approderà finalmente anche a Bologna. Sul palco le migliori voci del panorama gospel statunitense. Il 23 dicembre, alle ore 21.00, il noto ensemble farà tappa al Teatro Il Celebrazioni.   

È un’occasione gioiosa quella di festeggiare l’anti vigilia insieme con  Anthony Morgan e gli AMICOH (ANTHONY MORGAN’S INSPIRATIONAL CHOIR OF HARLEM), il suo straordinario ensemble, la sera del 23 dicembre. Un momento di fede e raccoglimento per chi crede e per tutti un’occasione unica per assaporare l’autentico spirito della musica gospel. Ci attenderanno le migliori voci del panorama gospel americano, arrivate direttamente da Harlem, officina musicale di questo genere che ha saputo da tempo varcare i confini americani per imporsi con vigore ovunque nel mondo. Una ricca scaletta presenta pezzi che spaziano dal repertorio classico fino alla rivisitazione di brani moderni. Forza, bellezza espressiva e un’intensità che travalica l’arte sono le caratteristiche che l’ensemble ha saputo condensare in questo spettacolo vario e sicuramente suggestivo.

Gli AMICOH vantano collaborazioni con artisti di fama mondiale come Diana Ross, Steve Wonder, Cindy Lauper e persino Ray Charles per non parlare di Aretha Franklin, solo per citare i più noti. Il gruppo, ovunque si rechi, ha il vezzo di registrare sempre un lusinghiero sold out.
Gli Harlem si sono esibiti ormai in tutto il mondo: dall’Australia all’Argentina, dal Brasile al Canada, dal Giappone all’Africa, fino in Europa: Inghilterra, Francia, Paesi dell’est, Germania e ora anche in Italia. Il gruppo si caratterizza oltreché per l’eccellenza delle voci e dei suoi musicisti anche per l’intraprendenza del loro approccio e soprattutto per il grande coinvolgimento del pubblico che loro abilmente catturano durante le loro performance.
La serata per tutti questi motivi, e anche per quelli che scoprirete leggendo l’intervista, non andrebbe proprio persa.

***Intervista a Anthony Morgan***

Il termine “gospel” letteralmente significa “la Buona Novella”, tu credi che la gente, al giorno d’oggi, la consideri ancora così? E se è sì, per quale motivo? 

“Gospel” è e sarà per sempre “la Buona Novella”. Sappiamo che Dio è lo stesso, ieri, oggi, domani, e per sempre. Di conseguenza il nostro messaggio resta sempre lo stesso ed è il medesimo messaggio d’amore che Cristo ha portato a noi.

Ma per te Anthony, qual è il significato della parola “gospel” in fatto di musica? Qui in Europa c’è ancora un po’ di confusione al riguardo.

Come dice l’inno, “He came from Heaven to earth to show the way”. La strada verso la vita eterna, e così è per il gospel… la buona novella o la buona notizia.

Quindi non credi che quello che state facendo, in termini musicali, sia un modo “trendy” di presentare black music, oppure esiste in esso qualcosa di più spirituale che lo rende diverso?

Noi non consideriamo quanto stiamo facendo un modo “trendy” di presentare  black music. La nostra è una musica che è espressione della nostra fede e credenza in Gesù Cristo. Quello che vedi e senti nei nostri spettacoli è il potere di Cristo nelle nostre vite attraverso il dono delle nostre canzoni. In questo modo condividiamo la nostra testimonianza attraverso la musica e il canto.

Qual’è invece la vostra storia musicale? Ci sono musicisti professionisti all’interno del vostro ensemble?

Siamo tutti cantanti professionisti con alle nostre spalle diversi background musicali e formativi.  È davvero bello quando ognuno di noi porta al tavolo i propri doni con l’intento di diffondere il Verbo di Cristo.

Come si comporta il pubblico durante le vostre performance? Se davvero le considera “performance” o anche per il pubblico queste sono qualcosa di più?

Le nostre performance sono alimentate dalle nostre esperienze di vita, e da come Dio ce le ha consegnate.  Sentirete spesso come i migliori cantanti siano coloro che raccontano la loro storia. Abbiamo testimonianze piene di potenza e di Dio onnipotente, responsabile della nostra pace e della nostra gioia, persino quando i tempi come quelli che stiamo vivendo ora sembrano sfidarle o metterle a prova.

Dal punto di vista musicale, quali sono le differenze principali che, secondo te, balzano all’occhio fra la musica gospel in America e in Europa?

Lo stile fa la differenza. Ed è questa la parte migliore riguardo le collaborazioni con altri artisti. Si ottiene buona musica quando gli stili si uniscono, ed è in quel frangente che si tira fuori il meglio che c’è in ognuno di noi.

In che cosa consiste principalmente il vostro repertorio? Presentate musica gospel tradizionale oppure contemporanea?

Entrambe. Presenteremo al pubblico sia lo stile tradizionale che quello contemporaneo di musica gospel. Anche il gospel, come del resto tutti i generi musicali, si è evoluto nel tempo. Noi, seppure onoriamo le radici di questa musica, siamo al tempo stesso proiettati verso il futuro.  La nostra audience spazia per età ma anche per l’apprezzamento di questo genere. E di conseguenza il nostro scopo è quello di venire incontro al gusto della gente che ci sta ascoltando; facciamo in modo che apprezzino quanto più possibile e soprattutto trovino la performance come  se l’aspettano.

Dimmi Anthony, hai una band che vi accompagna oppure suonate a cappella e quindi non vi occorre l’accompagnamento strumentale? E se è sì, avete degli strumenti musicali particolari?

Tutti e due. I nostri strumenti comprendono le tastiere, il basso e  le percussioni.

Sei tu che scrivi la tua musica oppure fai arrangiamenti da pezzi già noti, se li fai?

Sì, come già ti dicevo prima, portiamo i doni alla tavola o alla mensa. Questo comporta anche  scrivere la nostra musica e allo stesso tempo creare i nostri arrangiamenti.

Leggete e interpretate la musica che è già stata scritta, così com’è sulla carta, oppure variate  qualcosa?

In quanto cantanti capiamo bene che il pubblico si aspetta di trovare i pezzi così come li conosce e come li ha sempre ascoltati e di conseguenza amati, come nel caso di “Oh Happy Day”, per citare il più noto. Ma in quanto artisti noi ci prendiamo le libertà – talvolta – di portare delle varianti alla musica che stiamo presentando in quel momento

Hai lo stesso gruppo quando sei in tournée, oppure in America ne lasci uno e viaggi invece con un altro?

Ho lo stesso gruppo di 12 elementi, che scelgo via via per il tour internazionale. In totale siamo 45.

Per quanto ti riguarda, qual è il tuo song preferito e per quale ragione?

Ah, il mio song preferito è “We Are Here”. Le parole e la musica le ho scritte io e questo sarà  il testo in apertura di concerto… l’inizio esplosivo per una notte di gioia, fede, lode e preghiera.

E per concludere, che cosa fate di solito, prima di andare in scena?

Preghiamo insieme. Portiamo di fronte a Dio la richiesta che ogni cuore venga toccato.

INFO
The Harlem Spirit of Gospel Choir
23 dicembre 2017

Teatro Il Celebrazioni,
via Saragozza, 234
Bologna
Prezzi da 17€ a 30 € biglietto intero.
www.teatrocelebrazioni.it | info@teatrocelebrazioni.it | 051.4399123

Sito ufficiale: www.anthonymorgan.wix.com/amicoh
Pagina FB: www.facebook.com/pg/AnthonyMorganInspirationalChoirOfHarlem

The Harlem Spirit of Gospel Choir

BIO

ANTHONY MORGAN, uno degli esponenti più conosciuti al mondo per il gospel, si esibisce per la prima volta sotto l’auspicio spirituale del pastore Renee F. Washington-Gardner di The Memorial Baptist Church ad Harlem, New York.  In qualità di fondatore e leader di AMICOH (ANTHONY MORGAN’S INSPIRATIONAL CHOIR OF HARLEM / Spirit of Harlem Gospel), è conosciuto per le sue performance versatili e piene di spirito. Si diletta attraverso il dono della canzone con musica che spazia dal gospel al pop, dal jazz al rhythm & blues. Con il suo stile unico di fraseggio, eloquenza, commedia e profondità spirituale sta diffondendo l’amore di Dio con il coro che porta la “buona novella” del Vangelo in tutto il mondo. AMICOH ha fatto il giro del mondo: Canada, Inghilterra, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Russia, Santo Domingo, Svezia, Svizzera e Africa. Anthony Morgan aggiunge all’attività live on stage anche la registrazione di album in studio, oltre a prestare il suo magico timbro vocale ad artisti come, Diana Ross e Jessica Simpson. Dopo essere stato ampiamente ricompensato da tutti questi successi individuali, Anthony ora attende con impazienza un nuovo viaggio in questo nuovo anno con l’Inspirational Choir of Harlem di Anthony Morgan. Perché l’Italia – dice – è “da sempre fonte di ispirazione: il pubblico italiano è pieno di calore, i concerti sono pieni di gioia e di sorrisi…e poi il cibo: wow!!!”.

BERNICE HARLEY, alias “Sista “B”, un vero ciclone di simpatia, conquisterà tutti tra i suoi vocalizzi e i suoi cuoricini mimati con le mani verso il pubblico. Reduce da ben 28 anni di tournée nazionali negli Stati Uniti e internazionali, ha collaborato con le più importanti compagnie teatrali sia in veste di cantante che di attrice, con molti cori e infine con tantissime produzioni gospel. È sua gioia e piacere condividere con la gente i talenti che Dio le ha dato. Perché “Al cielo sia tutta gloria per Voi!”.

NOREDA STREET è figlia d’arte, gioiello creato da due musicisti affermati nella regione sud-orientale degli Stati Uniti. Suo padre è il vescovo Ralph Donnie Graves, compositore e pastore vocale, mentre sua madre era una cantante d’opera. Il suo talento eccezionale le ha permesso di viaggiare in diversi Paesi e di toccare le vite di migliaia di persone, diventando poi cantante solista dell’Harlem Spirit of Gospel Choir di Anthony Morgan. Noreda ha un cuore genuino e una passione per le persone; per cui ha un impatto positivo e di empatia con ogni persona che incontra. La curiosità è che sin da quando ha otto anni si erge in piedi su una sedia per farsi vedere mentre canta, vista la statura minuta…e lo fa ancora oggi! “Io sono così e spero la mia voce vi toccherà il cuore!”.

LISELI LUGO inizia a cantare all’età di tre anni guardando suo padre esibirsi: si rende subito conto che il canto è nel suo sangue e che vuole, con la sua voce potente e soul, spostare le masse. Nel 2006 il suo eccezionale talento viene notato quando canta per Josh Groban addirittura al David Letterman Show e poi quando collabora con Alicia Keys e Quincy Jones. Ma anche se gira il mondo il suo rifugio del cuore rimane sempre la sua parrocchia di San Giuseppe della Sacra Famiglia ad Harlem, New York, dove torna bambina. E cita S. Agostino, “Quando cantiamo noi preghiamo due volte“.

PHYLLIS THURSTON canta dall’età di otto anni, collaborando per oltre quindici con David Bratton e Hezekiah Walker & The Love Fellowship Mass Choir. Ha l’opportunità di collaborare con moltissimi artisti come Yolanda Adams, Fred Hammond, Dottie Peoples, Men of Standard, Luther Vandross, Brandy, Ray Charles, Smokie Norful e Aaron Hall solo per citarne alcuni. Ascoltare i brani cantati da Phyllis è una vera esperienza mistica, che lascerà segno nel cuore del pubblico. “Amo emozionare e vedere gli occhi della gente illuminarsi: canto per questo!

WENDELLSIMPKINS da Aiken, Stati Uniti è stato ben quattro volte vincitore del GMA, ossia del Gospel Music Award. Il suo background non vede solo musica gospel, ma anche classica.Con i suoi quasi due metri di statura che potrebbero incutere timore basta guardarlo in faccia per sorridere e cantare insieme con lui. Wendell è sempre in tour tra gli Stati Uniti e l’Europa e ha anche una casa in Italia perché “il Vostro Paese è talmente bello che ho deciso di fermarmi a godere di tanta bellezza. Tra un tour e l’altro torno qui e sto anche imparando l’italiano!”.

PHIL TEATIME JONES è un produttore musicale e polistrumentista di Yonkers, New York. Ha iniziato la sua carriera musicale all’età incredibile di appena due anni quando sbattere su qualsiasi cosa gli capitasse a tiro sapeva già di melodia…almeno questo sostiene sua madre. L’amore per la musica cresce nel corso degli anni e dodici anni inizia a creare e produrre musica, studiando poi ingegneria audio e tecnologia musicale presso il Mercy College, per poter aggiungere all’istinto anche la conoscenza tecnica. Tra gli strumenti che suona ci sono batteria, pianoforte, organo, chitarra e basso. Dice: “Per me la musica ed il ritmo sono tutto. Sono sempre pronto a condividere la sua musica con quelli che sono pronti ad ascoltare!”.

DERICK MCELVEEN JR, “The Drummer”, ventidue anni, direttamente da New York City.   Il fenomeno del gruppo, l’enfant prodige che suona praticamente da quando è in fasce. Ha suonato con molti gruppi gospel, R & B e pop, imparando a fondere le melodie e i ritmi. Da tre anni collabora con il coro di Anthony Morgan come batterista e talvolta addirittura come direttore musicale. Proprio Morgan dice di lui: “La gente lo ama perché è veramente piccolo, sia di età che di fisicità: sembra un bambino, ma ha l’energia di un musicista con cinquant’anni di carriera alle spalle!”.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here