Neil Young Archives: 50 anni di canzoni edite e inedite del grande cantautore canadese. A libero accesso on line. Il nuovo sito di Neil Young pone nuovamente sul tavolo il tema della qualità di ascolto della musica digitale.

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Dal 1 dicembre scorso il cantautore Neil Young ha messo in rete i suoi archivi con la possibilità di ascoltare gratuitamente centinaia di brani editi e inediti del suo repertorio attraverso  streaming ad alta qualità. La tecnologia impiegata per ottenere un’alta resa di ascolto si chiama Xstream Music e si adegua automaticamente alla velocità del ricevente.
L’operazione di Neil Young si articola in realtà su due fronti, quello del recupero e dell’accesso ai suoi archivi, di cui si parla da anni e che ha visto nel 2009 una parziale pubblicazione fisica (il box “The Archives Vol. 1 1963–1972”), e quello della battaglia per riportare i fruitori a recuperare un’alta qualità di ascolto della musica.

De-evoluzione dell’ascolto musicale nell’era digitale

Negli anni ‘70/’80 una delle aspirazioni degli appassionati era quella di dotarsi di un impianto stereo dignitoso, al punto che abitualmente era indicato direttamente con il termine di “Hi-Fi” (acronimo di High fidelity, alta fedeltà).
Pur essendo presenti sul mercato impianti da ascolto amatoriale fin dagli anni 60, come i mangiadischi, gli “stereoni”  da trasporto, gli impianti da automobile e infine i walkman, la propensione a possedere una postazione da ascolto domestico qualitativamente apprezzabile era fra le ambizioni di ogni fruitore.
Pur utilizzando supporti analogici non sempre entusiasmanti, come la cassetta, il valore che la musica fosse un contenuto da fruire secondo degli standard riproduttivi “fedeli” ha fatto parte della cultura di massa fino agli anni ‘90 e molti appassionati tendevano ad adeguarsi alle novità dei supporti e degli impianti tentando di ottenere una qualità sempre maggiore.

Quando si è interrotta questa tendenza?
Essenzialmente questa attenzione alla qualità audio sembra essersi attenuata dagli anni ‘90 con l’introduzione del CD e poi con la diffusione dei formati software.
L’assenza di degrado nella copia e di rumori di fondo è stata percepita come un traguardo che ha messo in secondo piano l’effettiva qualità del suono.
Il formato dei file Mp3, una versione digitale compressa, ottima per lo scambio di rete a bassa velocità di connessione e per essere ospitata in piccole porzioni di memoria, è sembrata uno standard in grado di soddisfare una cultura musicale di massa sempre meno esigente, devastando sia il mercato dei supporti che quello degli impianti stereo. Il formato digitale impiegato nei supporti CD (44Khz risoluzione a 16bit) e quelli degli standard professionali (frequenze di campionamento dai 44 ai 196 Khz e risoluzione dai 16 ai 32 bit) consentono la riproduzione di tutto lo spettro dell’udibile ad alti livelli di dinamica mentre i formati “compressi”, sfruttando la possibilità della trasformazione dell’informazione in digitale per sopprimere una serie di frequenze che per dinamica o posizionamento nella banda sono ritenute inudibili pur di consentire una riduzione dei dati contenuti nel file.

Un altro anello debole della fruizione contemporanea è nella riproduzione mediante convertitori economici D/A (Digitale Analogico) contenuti nei pc, nei tablet e nei telefoni su altoparlanti di plastica pensati per l’ascolto multimediale in rete o attraverso gli auricolari da telefono.
Questo ha indotto anche i produttori ad adattarsi proponendo master audio sempre più compressi e con le informazioni sonore essenziali concentrate nelle frequenze medie. Paradossalmente il progresso tecnologico, coincidendo con un ascolto sempre più ubiquo e pratico del materiale sonoro, ha generato una fruizione sempre più scadente e distratta del prodotto musicale.

Neil Young Archives, Vol 1 - Box
SOPRA: il box “The Archives Vol. 1 1963–1972”, pubblicato nel 2009. Primo tentativo di rendere disponibile il vasto materiale sonoro e documentale accumulato dal cantante canadese in 40 anni di carriera.
SOPRA: Neil Young Archives, l’interfaccia interattiva del nuovo sistema in streaming basato su tecnologia Xstream Music, liberamente accessibile online dal 1 dicembre 2017.

Neil Young e la questione della qualità sonora

Su questo punto Neil Young già nel 2014 ha tentato di far circolare sul mercato un nuovo lettore portatile, il “Pono”, in grado di leggere file digitali di alta qualità di campionamento (24-bit di risoluzione per 192 kHz) attraverso convertitori tecnologicamente avanzati.
L’operazione, che si sarebbe dovuta avvalere di un marketplace dedicato alla diffusione on line dei file audio in alta risoluzione chiamato Ponomusic,  si è risolta in un totale fallimento non essendo supportata dalla grande industria dell’elettronica in grado di curare il design e il marketing di una simile operazione.
Nel 2017 il cantautore coniuga nella realizzazione dei Neil Young Archives queste due tematiche che gli stanno a cuore: ovvero quella della diffusione dei suoi enormi archivi e quella di proporre un ascolto digitale di qualità.

L’impiego di un sito on line interattivo come mezzo di fruizione di una intera discografia raccoglie completamente i nuovi modelli d’ascolto offerti dalla rete. Superata la necessità del possesso fisico del supporto e dei suoi sottoprodotti editoriali, l’archivio on line diviene il grande erogatore di musica che spezza definitivamente la filiera classica del mercato discografico, operazione condotta con successo dai motori di streaming on demand come Spotify ma ad alta qualità approfittando del consolidamento dell’alta velocità nelle grandi realtà urbane.
Neil Young Archives è un sito che necessita di iscrizione e si presenta secondo tre possibili alberi di navigazione: il file cabinet, che permette una visione cronologica, stile schedario,  di tutte le canzoni,  le info card che consentono una vista in ambo le direzioni temporali con informazioni di dettaglio dei brani proposti e la timeline, una linea temporale per anno, sulla quale sono disposti tutti gli album collegati a immagini, filmati e avvenimenti rilevanti per la carriera dell’autore. Evita quindi la struttura di Spotify basata sulle playlist e sulla ricerca libera ma propone il materiale secondo criteri filologici.
Ovviamente il sito funziona anche come un negozio nel quale è possibile acquistare il materiale sia tramite Amazon in mp3 che, quando disponibile, ad alta qualità digitale i brani direttamente dai NYA.
Graficamente impiega lo stesso stile di fogli anticati usati nella versione fisica degli “Archives” ed è accessibile tramite registrazione anche utilizzando le credenziali di Facebook.
Naturalmente si avrà la corretta percezione della qualità 24 bit/96 Khz utilizzando una scheda audio (o DAC) appropriata e due casse qualitativamente accettabili.
Il materiale offerto da Neil Young è costituito sia dagli album ufficiali prodotti nella sua lunghissima carriera che da una serie di rarità e di brani inediti proposti in modo tale da collocarli correttamente nel contesto storico nel quale sono stati realizzati.
La musica del cantautore si è snodata attraverso vari decenni ed ha spaziato dalla ballata folk accompagnata dal finger picking sulla chitarra acustica a lunghe e lancinanti performances caratterizzate dal suono acido delle chitarre elettriche distorte, andando ad anticipare alcune turbolenze del “grunge”.
Ma i NYA non si rivolgono solo ai fans più sfegatati o agli amanti dell’Hi-Fi, ma anche ai neofiti che intendono cogliere l’opportunità di immergersi nel sound degli anni 70 riascoltando i grandi capolavori realizzati dal cantautore canadese, da quelli con i Crosby Stills Nash and Young passando per “Harvest”, forse il suo disco più conosciuto,  o “Rust Never Spleeps”.

INFO E COLLEGAMENTI

Neil Young Archives

Sotto: Tutorial ufficiale sull’utilizzo della piattaforma reso disponibile dallo stesso Neil Young via YouTube. “Don’t forget to have a good time, and try not to get lost” il suo consiglio finale.

 

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