A Place to Bury Strangers al Locomotiv di Bologna | RECENSIONE

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A Place to Bury Strangers

BOLOGNA – Muri di feedback e noise-rock a pioggia nel diluvio sonoro di stampo lisergico degli “A Place to Bury Strangers”, in live al Locomotiv giovedi 2 novembre 2017, data di apertura del tour italiano che dopo Bologna ha fatto tappa il 3 novembre a Roma e il 4 a Milano.

Si apre in puro stile noise/shoegaze il live degli A Place to Bury Strangers, al secolo Oliver Ackerman (frontman, voce e chitarra elettrica), Dion Lunadon (basso) e la nuova (ennesima) new entry alla batteria, Lia Simone Braswell (percussioni).
Queste almeno le premesse: entrata diretta sugli strumenti, sguardo basso e assorto a prendere possesso del palco, occhi rigorosamente inchiodati a terra e attacco senza preamboli con volume sparato a mille, come se il pubblico fosse semplice tappezzeria.

Inizia così, tra immancabili fumogeni e saettanti raggi laser, la performance del trio Newyorchese più shoegaze e “più assordante di sempre”, un crescendo inarrestabile di dissonanze, feedback, droni e distorsioni elettroniche che, pilotati da Ackerman e trascinati dal ritmo martellante del basso e della batteria (veramente sorprendente Lia Simone Braswell), riduce in poltiglia qualunque reminiscenza di album in studio e fonde in un magma unico e assordante tanto i brani della band quanto i nostri timpani.

Dall’attacco travolgente sulle tracce di “We’ve come so far” (superba) alle splendide escursioni nel garage rock screziato di post-punk alla Wired di “You are the one” si dipana larga parte di Transfixiation, l’ultimo album del 2015, anche se la scaletta – va detto – diventa ben presto un puro dettaglio e la band pare più impegnata a corrodere le sue stesse basi che a riprodurle. Ackerman conduce le danze alternando momenti di trance lisergica a sussulti di stampo epilettico, in cui bistratta la chitarra elettrica oltre ogni limite, compresa la canonica percussione a terra fino all’immancabile, e scontata, rottura dello strumento (prontamente sostituito).

A metà serata il noise-rock si trasforma in baccanale futurista quando Ackerman e Lunadon scendono dal palco e si lanciano in mezzo alla platea per un set elettronico all’insegna dell’improvvisazione, immediatamente circondati da un vortice di pubblico. Nell’occhio del ciclone sonoro, unico punto fermo, il monolite scuro dell’immancabile mixer, trascinato a centro sala per l’occorrenza e reso incandescente dai guizzi rosa-violacei delle luci laser.

Il prosieguo è un crescendo di effluvi rumoristi ed elettro-punk che oltre a resuscitare rituali antichi come lo stage-diving, mette a dura prova l’impianto audio e manda completamente fuori uso il microfono di Lunadon. Quasi nulle le ripercussioni sull’esibizione visto che la voce, in linea perfetta con gli stilemi shoegaze (JAMC e My Bloody Valentine su tutti) è confinata a ruoli di puro contorno e in questo live in particolare relegata a poco più che indistinto rumore di fondo.

Svetta su tutto invece, sorprendentemente, la batteria martellante di Lia Simone Braswell, lanciata in chiusura in uno splendido assolo per lasciare poi il finale propriamente detto alle distorsioni dark-wave e industrial più estreme di Ackerman e Lunadon, che si protendono all’infinito, oltre l’orizzonte delle frequenze sonore, puro rumore bianco, per cessare poi all’improvviso e spegnersi nel nulla, di punto in bianco, come la furia del vento dopo un uragano.

Nessun encore, solo un senso di stordimento per l’improvviso, violento e inaspettato, impatto col silenzio. Che la mente inspiegabilmente rifiuta e si ostina a riempire, ancora a ore di distanza, con il sibilo persistente degli acufeni.

INFO
A Place to Bury Strangers
2 novembre 2017, Bologna

www.locomotivclub.it

SETLIST

We’ve come so far
Worship
Attitude
You are the one
Theres only one of us
Straight
Harp
—————
Punk
Freak
——————-
Deeper
Drill it up
Never coming back
I lived my life
Ocean

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Classe '63, consulente di Marketing e Comunicazione sui canali digitali, è appassionata di cinema, fantascienza, arte, musica e spettacolo, con particolare riferimento a tutto ciò che contamina massivamente e in forma inestricabile quanto appena elencato sopra. Accanita consumatrice di serie TV, B-Movie, Urania, fantascienza e musicalmente fuori dagli schemi. Ama la neve, lo snowboard, il golf e le sfide. Digital addicted. Odia i percorsi lineari, la mancanza di fantasia e i bunker. Incidenti di percorso: Laurea in Lingua e Letteratura Anglo-Americana, Diploma di tecnico-progettista di Ipertesti, Master in Marketing, Comunicazione e Nuove Tecnologie con approfondimenti di semiotica applicata alla Comunicazione Pubblicitaria e al Marketing Digitale.

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