Il Rinascimento di Francesco Verla. Viaggi e incontri di un artista dimenticato Francesco Verla, protagonista del Rinascimento tra Veneto e Trentino. Sedici le opere in mostra per conoscere e apprezzare la grandezza di un'artista spesso a torto dimenticato, unico esponente della scuola umbra nel nord Italia

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TRENTO –  Con il titolo  “Viaggi e incontri di un artista dimenticato. Il Rinascimento di Francesco Verla”, il Museo Diocesano Tridentino propone una prima importante retrospettiva dedicata all’artista vicentino. L’esposizione, inaugurata l’8 luglio scorso, resterà aperta fino al 6 novembre 2017.

Nelle sale dello splendido Museo Diocesano di Trento si potrà ammirare, per la prima volta, una consistente parte della produzione pittorica di Francesco Verla, “un autore a torto dimenticato” secondo le parole di Domenica Primerano, Direttrice del Museo. Sono passati infatti cinquant’anni dall’ultima pubblicazione dedicata a questo pittore (L. Puppi,“Francesco Verla”, Rivista dell’Istituto Nazionale d’Archeologia e Storia dell’arte, n.s. IX, pp. 266-297) così diverso rispetto ai conterranei a lui coevi, che seppe aprire le porte al Rinascimento in una terra ancora pesantemente influenzata dall’arte gotica.

La mostra ha inizio all’interno del Museo Diocesano dove sono esposte sedici opere  fra le quali le sue sublimi pale d’altare, le immagini sacre e i suoi splendidi fregi realizzati “alla grottesca”, sua cifra stilistica. Alcune delle opere sono state restaurate in occasione della mostra. Oltre alle opere in esposizione ve ne sono altre, sempre del medesimo autore, fuori città. Uscendo dal capoluogo, in poco più di dieci minuti, si può raggiungere in auto Terlago, distante solo 10 km da Trento, nella cui chiesa di San Pantaleone si possono ammirare i cicli affrescati lasciati da Verla. Invece a Calliano, 12 km dopo Trento, si possono vedere le splendide facciate dipinte di Casa Wetterstetter, ad opera sempre dello stesso artista.

La mostra, curata da Domizio Cattoi e Aldo Galli, corona un iter di studi e di ricerche effettuati in collaborazione con il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento. Gli studi hanno così rivelato dati inediti oltre a nuove attribuzioni in precedenza ignote. La scoperta di tali documenti ha significativamente colmato lacune biografiche sia dell’autore che del suo tempo.

Nato a Vicenza nel 1470, Francesco Verla ha condotto un’esistenza piuttosto errabonda. Lo troviamo nei primi anni del Cinquecento in Umbria, dove entra in contatto con Pietro Perugino (1446-1523) che saprà influenzarlo in maniera evidente. Di seguito si sposterà a Roma negli anni in  cui Alessandro VI Borgia era papa.
Sarà proprio a Roma che Verla si appassiona all’arte antica di cui inizia lo studio. Nelle rovine della Domus Aurea, il Palazzo fatto costruire da Nerone, Verla scoprirà quel genere di decorazione detta poi alla “grottesca”. La definizione “alla grottesca” si deve alle decorazioni, di epoca romana, presenti nelle “grotte” dell’Esquilino corrispondenti proprio ai sotterranei della Domus Aurea di Nerone, l’ampia dimora imperiale la cui area si estendeva dall’Esquilino al Palatino.
Verla sarà tra i primi a diffondere, a nord del Po, questo tipo di decoro fino a farne una sua cifra stilistica: immagini sacre, di delicata e angelica bellezza vengono da lui collocate all’interno di estrose cornici.

Rientrato in patria, Verla si affermerà come uno dei pittori più apprezzati della natia Vicenza. Ottiene in quegli stessi anni delle commissioni nel cantiere della chiesa di San Bartolomeo (distrutta nell’Ottocento ndr) considerata all’epoca un gioiello dell’arte rinascimentale della città. Fra le opere in mostra vi è infatti la bellissima pala d’altare, opera di pregio, che in origine era destinata a una cappella di quella chiesa.

A seguito dei forti cambiamenti che videro decadere la fortuna di Vicenza, date anche le guerre tra la Repubblica della Serenissima e l’Impero Asburgico,  Verla  si reca prima a Schio dove, per la Chiesa di S. Francesco, dipinge  Lo Sposalizio Mistico di Santa Caterina, (opera in mostra) e nel 1513 trascorrerà alcuni anni a Trento. Lavorerà non solo nella città vescovile ma anche nei paesi limitrofi: a Terlago, a Seregnano, a Calliano, a Mori e a Rovereto, dove si stabilirà e morirà  nel 1521.

È in questa terra così incline ancora agli stilemi gotici che Francesco Verla si aprirà verso quel rinnovamento culturale e artistico che di lì a poco avrebbe trovato un continuatore nel principe vescovo Bernardo Cles. 

La perdita di molti dei suoi lavori, il successivo arrivo alla corte clesiana di artisti di prima grandezza come Romanino, Dosso Dossi o Marcello Fogolino, e anche un certo imbarazzo della critica davanti alla sua diversità rispetto ai pittori veneti contemporanei, ne hanno a lungo oscurato i meriti (…) Per il pubblico Verla è dunque oggi un artista ‘dimenticato’. Da qui nasce l’urgenza di riscoprirlo e di rivalutarne il ruolo di alfiere del Rinascimento tra l’Adige e le Alpi”. (Domenica Primerano)

INFO
Il Rinascimento di Francesco Verla. Viaggi e incontri di un artista dimenticato
Trento, Museo Diocesano Tridentino
Dall’8 Luglio 2017 al 06 Novembre 2017
Orari
Dalle 10.00 alle 13.00 dalle 14.00 alle 18.00
giorni di chiusura: ogni martedì, 15 agosto, 1 novembre
biglietti
5€ intero (4€ residenti), 3€ ridotto
ingresso gratuito ogni prima domenica del mese
Presentando il biglietto della mostra Ordine e bizzarria. Il Rinascimento di Marcello Fogolino si avrà diritto ad una tariffa di ingresso agevolata.

 

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